Riassunto analitico
La recente comparsa del virus Sars-CoV-2 ha causato una pandemia globale di Covid-19. Sars-CoV-2 è un nuovo Coronavirus, comparso alla fine del 2019, che ha causato una malattia con elevata morbilità e mortalità. La malattia Covid-19 si può presentare con sintomi che vanno da manifestazioni più lievi a gravi. La gravità della malattia dipende dall’efficienza del sistema immunitario degli individui infetti e dalla presenza di eventuali comorbidità. Una caratteristica comune delle forme severe è la forte risposta infiammatoria che si manifesta in seguito al rilascio di citochine pro-infiammatorie, nota anche come “tempesta di citochine”, che precede la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS). In questo ambito, la presente tesi di laurea in Farmacia si è focalizzata sul possibile ruolo del cannabidiolo (CBD), fitocannabinoide non psicoattivo presente in Cannabis sativa L., per il trattamento delle complicanze di Covid-19. Il CBD chimicamente si forma dalla reazione di decarbossilazione del corrispondente pre-cannabinoide (acido cannabidiolico, CBDA). Il CBD è noto per avere numerose proprietà farmacologiche, essendo dotato di azione antiossidante, antinfiammatoria, antimicrobica, anticonvulsivante e ansiolitica. Dal punto di vista recettoriale, il CBD presenta bassa affinità per i recettori cannabinoidi, agendo come modulatore allosterico negativo del recettore dei cannabinoidi di tipo 1 (CB1) e come agonista del recettore dei cannabinoidi di tipo 2 (CB2). Agisce anche su molti altri target molecolari, tra cui recettori accoppiati a proteine G (GPCR). Attiva i recettori PPARγ, interagisce come antagonista verso i recettori vanilloidi TRPV1 e TRPV2 e come agonista verso i recettori per la serotonina 5-HT1a. Numerose ricerche suggeriscono come il CBD possa esercitare le sue azioni farmacologiche attraverso l’inibizione dell’enzima denominato fatty acid amide hydrolase (FAAH), responsabile dell’idrolisi dell’anandamide, uno dei principali endocannabinoidi. Recenti studi hanno dimostrato anche che estratti di Cannabis ad alto contenuto di CBD vanno a diminuire i livelli di proteine ACE2 e TMPRSS2, target principali per l’ingresso e la replicazione del virus Sars-CoV-2 nella cellula ospite. Studi in silico e in vitro sul CBD hanno evidenziato la sua capacità di modulare l’eccessivo rilascio di citochine pro-infiammatorie e prevenire quindi il manifestarsi dei sintomi gravi nei soggetti più a rischio. Alla luce dei dati riportati in letteratura, sono necessarie ulteriori prove in vivo per confermare la possibile attività terapeutica del CBD nel trattamento delle complicazioni da Covid-19.
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