Riassunto analitico
Al centro del presente elaborato emerge una metodologia da alcuni anni protagonista di molteplici studi e ricerche in ambito educativo: l’Outdoor Education. Il primo capitolo propone un’attenta analisi dei tratti identitari dell’Outdoor Education, un breve excursus storico volto a ricercare le figure che hanno segnato la storia di questa metodologia. Nel secondo capitolo viene presentata la realtà educativa della scuola dell’infanzia nel bosco, con specifico riferimento alle sue radici storiche e alla sua diffusione in Europa e nel contesto italiano. Si cerca di approfondire i punti salienti della pedagogia del bosco, riflettendo sull’effetto positivo dell’ambiente, per descrivere poi le diverse forme di scuola dell’infanzia nel bosco. Il terzo capitolo propone invece l’analisi di due realtà scolastiche del territorio emiliano, favorevoli e aderenti alla metodologia dell’Outdoor Education. Viene descritta la realtà della scuola dell’infanzia di Brescello, sul versante reggiano, promotrice dei valori dell’educazione all’aria aperta; e il contesto e le finalità della Direzione didattica di Pavullo, nel modenese, altra fervida sostenitrice dell’approccio esperienziale. Nel quarto e ultimo capitolo è stato dedicato spazio ad una ricerca di approfondimento condotta sul campo che ha visto coinvolte molteplici realtà scolastiche. La scelta di condurre un’indagine nelle scuole ha tratto origine da un personale interesse nel raccogliere punti di vista e prospettive differenti sul tema in questione “Outdoor Education”, al fine di elaborare confronti sul modo di agire e pensare della scuola del presente e del futuro. La raccolta dati è stata pensata non per trarre conclusioni o annunciare nette verità, quanto per sollevare possibili spunti di riflessioni sui punti di forza e benefici che una simile metodologia può apportare e, d’altro canto, sugli eventuali punti di debolezza e criticità che possono insorgere orientando il proprio fare alla natura e alle sue cornici. In particolare, il quesito che ha dato struttura all’indagine e che ha accompagnato la sua attuazione è stato il seguente: “In che modo la metodologia Outdoor Education è in grado di offrire e promuovere importanti benefici all’educazione dei bambini?”. Sono state indagate le potenzialità dell’OE per lo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale degli studenti, la considerazione e la percezione che ne hanno i docenti e le famiglie, nonché le resistenze e ostacoli alla sua manifestazione nel mondo della scuola. Dallo studio è emerso con diversa intensità il bisogno di un contatto diretto con la natura e di esperienze con cui viverla in modo continuativo al fine di proporre agli studenti un’educazione sempre più significativa e orientata al reale. Il messaggio chiave che si è cercato di portare alla luce è che, l’educazione che accoglie la natura come risorsa formativa rappresenta un pilastro non solo di un approccio educativo specifico, ma anche di una idea di educazione più ampia e rigorosa, che pone al centro il bambino e che cerca di garantire una formazione concreta e trasversale. L’obiettivo dell’insegnante moderno, quindi, non è solo quello di instillare un’attitudine verso il mondo naturale, ma piuttosto di insegnare ai bambini a prestare attenzione alle relazioni e ai significati che essi costruiscono con il mondo che li circonda. Un’aula in cui le esperienze degli alunni sono intenzionalmente collegate a elementi vivi e materiali, e in cui si assicura che questa relazione sia significativa e ricca di valore, diviene un ambiente educativo accogliente e stimolante. È in questa visione che si sviluppa il concetto più ampio di formazione e educazione. Ed è verso questa direzione che le scuole e i servizi educativi dovrebbero inevitabilmente orientarsi.
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