Riassunto analitico
Abstract Nell’attuale momento storico l’alimentazione va via via guadagnandosi un ruolo sempre più centrale all’interno delle società occidentali: a partire dal suo mero aspetto di mezzo primario per il soddisfacimento del bisogno fisiologico di nutrizione, essa interessa contemporaneamente e trasversalmente numerosi ambiti della vita degli individui, dalla comunicazione incentrata su di essa che pervade i media, ai modelli virtuosi di sostenibilità, dagli sprechi di produzione e di consumo ai risvolti etici ed ecocompatibili. È in questo contesto che si inseriscono recenti studi di che si sono concentrati sulle dinamiche psico-sociali che si accompagnano al mangiare in pubblico, in particolar modo sulle influenze derivanti dal gruppo e dalla società, in grado di influenzare i comportamenti alimentari da parte di uomini e donne, quando si trovano in compagnia di altri commensali. Il presente studio, in linea con il precedente (Graziani, Cavazza, Guidetti, 2015), da cui prende le mosse, vuole indagare non già le cause, quanto gli effetti che un eccesso nell’assunzione di cibo può far emergere negli individui e in particolar modo nelle donne. L’indagine, condotta su un campione di 205 partecipanti, clienti di un ristorante del centro storico di Reggio Emilia, ha voluto osservare, in situazioni reali, l’atteggiamento delle donne che, durante la propria cena hanno mangiato più di quanto abituate a fare normalmente. Lo scopo dello studio è di verificare l’ipotesi secondo cui un fallimento nella gestione della loro immagine in quanto esperienza minacciosa per la loro identità di genere, causato dall’eccessivo consumo di cibo, possa incentivare, nei momenti successivi alla cena, il desiderio di svolgere un’attività stereotipica femminile, quale scegliere un film romantico, così da ripristinare la loro femminilità. I partecipanti uomini hanno costituito il nostro gruppo di controllo. I risultati non hanno, tuttavia, confermato quanto atteso, mostrando, al contrario, come in una situazione reale, i partecipanti che durante la cena avevano mangiato più del solito, sia donne che uomini, non riscontravano alcun fallimento nella gestione della propria immagine di genere e anzi, lo stato d’animo positivo che ne conseguiva influiva positivamente sul desiderio di andare al cinema a guardare un film di tipo commedia. La presente indagine alimenta il dibattito sugli effetti esercitati dal consumo di cibo e dalla trasgressione di norme implicite sull’individuo in occasione di un evento sociale quale un pasto in pubblico in una situazione reale. La tendenza dei nostri partecipanti sembra tracciare un modello di cena in compagnia in cui il benessere emotivo dato da un consumo benché eccessivo di cibo ha portato i partecipanti a voler prolungare questo stato d’animo anche dopo la cena, dedicandosi alla visione di un film che possa dare loro ulteriori sensazioni di benessere.
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