Riassunto analitico
“Law and neuroscience seem strange bedfellows. But the engagement of law with neuroscientific evidence was inevitable”(O. Jones, R. Marois, M. Farah, H. Greely, Law and Neuroscience, in The Journal of Neuroscience, 2013). Le possibilità di conoscenza e i risultati raggiunti dalle neuroscienze, anche grazie ad uno sviluppo scientifico e tecnologico senza precedenti, determinano effetti tutt’altro che trascurabili sul panorama giuridico attuale. La tesi propone un tentativo di analisi, in chiave costituzionale, delle diverse interazioni fra risultanze neuroscientifiche e diritto, cercando, in particolare, di comprendere come le scoperte scientifiche e tecnologiche del settore delle neuroscienze vengano ad incidere sulle situazioni giuridiche soggettive dell’individuo e in che modo il diritto debba comportarsi davanti a queste innovazioni. L’individuo, infatti, si pone al centro sia dell’indagine neuroscientifica, sia dell’ordinamento giuridico: la prima si occupa di esplorare la parte più misteriosa dell’essere umano e come il suo funzionamento possa condizionare i comportamenti dell’uomo; il secondo, invece, preposto alla regolamentazione di tali comportamenti, assicura una tutela dell’individuo e delle sue prerogative (in questo senso, ha ragione Goodenough a sostenere che “Law and Neuroscience are natural partners”). L’uomo rappresenta il fine ultimo del nostro ordinamento giuridico e la Costituzione racchiude un complesso di valori e idee che orienta l’applicazione delle scoperte neuroscientifiche, le quali aprono la possibilità di un’autentica conoscenza della natura umana. A partire, dunque, da una descrizione delle prime tappe attraverso le quali trova la sua affermazione il nuovo ambito tematico del Neurolaw, la riflessione condotta ha riguardato, dapprima, l’individuazione dei campi di intersezione fra neuroscienze e diritto, soffermandosi, in particolar modo, sul rapporto fra risultanze neuroscientifiche e diritti fondamentali della persona. Il fenomeno dell’enhancement, le tecniche di Brain Computer Interfaces, le nuove possibilità di rappresentazione delle funzioni cognitive nella fase di fine della vita rappresentano alcuni degli inediti spazi di indagine che lo sviluppo neuroscientifico rende possibile e che, necessariamente, costringono a profonde riflessioni sull’uomo e sulle categorie giuridiche tradizionali. Sempre secondo una prospettiva costituzionale, l’analisi è proseguita, soffermandosi, sulle modalità di utilizzo delle risultanze neuroscientifiche nel processo e dell’impiego di alcuni macchinari specifici come strumenti di indagine. Il processo rappresenta, infatti, un contesto in cui le neuroscienze e il diritto si trovano a dialogare (e talvolta ad intrecciarsi in modo conflittuale) ormai da diverso tempo e, nonostante non manchino problematiche ed incertezze, legate soprattutto alle peculiarità dei metodi neuroscientifici, il binomio in questione pare ormai consolidato e diversi sono i casi giudiziari nei quali si è fatta applicazione delle nuove strumentazioni. Le neuroscienze, dunque, rappresentano un settore di studio in costante crescita, davanti al quale il diritto non può rimanere indifferente, sia perché una maggiore conoscenza dei comportamenti umani consente al diritto una migliore valutazione e regolamentazione degli stessi, sia perché, trattandosi di un sapere ancora ad uno stadio sperimentale, occorre disciplinarne le sperimentazioni scientifiche e l’applicazione dei relativi dati, garantendo la tutela della persona e il rispetto dei suoi diritti fondamentali. Il binomio“Law and Neuroscience” rivela non più, quindi, due discipline completamente separate, ma una ricerca interdisciplinare che sviluppa un’indagine sull’uomo e sul come regolamentare le sue azioni all’interno del mondo sociale.
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Abstract
"Law and neuroscience seem strange bedfellows. But the engagement of law with neuroscientific evidence was inevitable" (O. Jones, R. Marois, M. Farah, H. Greely, Law and Neuroscience, in The Journal of Neuroscience, 2013).
The possibilities of knowledge and the results achieved by neuroscience, also for an unprecedented scientific and technological development, product not negligible effects on the current legal landscape. In a constitutional perspective, the thesis tries to analyze the different interactions between neuroscientific findings and law, understanding how the results of the neuroscience sector affect the legal situations of the individual and what is the role of the law in the face of these innovations.
The individual is the center of both the neuroscientific research and the legal system. The first deals with exploring the most mysterious part of the human being and how its functioning can condition human behavior; the second, on the other hand, is responsible for regulating these behaviors and guarantees protection of the individual and its prerogatives (in this sense, Goodenough says "Law and Neuroscience are natural partners"). Human being represents the main purpose of our legal system and the Constitution contains a set of values and ideas that guides the application of neuroscientific data, which open the possibility of an authentic knowledge of human nature.
First of all, starting from a description of the first stages of Neurolaw , the work concerns the identification of the intersection fields between neuroscience and law, dwelling on the relationship between neuroscientific findings and fundamental human rights. The phenomenon of enhancement, the techniques of Brain Computer Interfaces, the new possibilities of cognitive functions’ knowledge in the end of life phase represent some of the new areas of investigation that neuroscientific development makes possible, growing-up deep reflections on the human being and the traditional legal categories.
Still according to a constitutional perspective, the analysis continues, dwelling on how to use the neuroscientific findings in the trial and the use of some specific techniques as tools for investigation. The trial represents a context in which neuroscience and law find themselves in dialogue (sometimes in a conflictual way) for time ago and, despite not lacking problems and uncertainties, this new binomial seems to be consolidated and there are several court cases in which the new instruments have been applied.
Neuroscience, therefore, represent a constantly growing field of study; for this reasons, the law can not remain indifferent, both because a greater knowledge of human behavior allows a better evaluation and regulation, and because, being a knowledge still at an experimental stage, it is necessary to regulate scientific experiments and the application of related data, guaranteeing the protection of the person and respect for his fundamental rights.
The "Law and Neuroscience" binomial no longer reveals, therefore, two completely separate disciplines, but an interdisciplinary research that develops a survey on human being and how to regulate his actions within the social world.
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