Riassunto analitico
Il fine della ricerca consiste nell'approfondire una tematica inerente al fenomeno migratorio. In particolare l'obiettivo è quello di analizzare la portata del principio di non refoulement e il suo ambito di applicazione attuale e potenziale. Il divieto di refoulement, che costituisce il nucleo essenziale del diritto d'asilo, nasce come istituto di carattere convenzionale e viene inizialmente affermato all'art. 33 par. 1 nella Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951. Un aspetto problematico riguardante il principio in esame ed oggetto di costante dibattito dottrinale, concerne l'estensione applicativa del divieto di refoulement anche alle ipotesi di respingimento alla frontiera di chi fugga da un paese in cui la sua vita e la sua libertà sarebbero in pericolo e che ancora non sia presente sul territorio dello Stato verso cui è diretto. La questione si presenta principalmente in caso di flussi migratori via mare, in cui la percentuale di richiedenti asilo e di rifugiati è notevolmente superiore a quella riscontrabile nei flussi via terra o aria. La presenza di migranti rientranti nelle categorie internazionalmente protette solleva specifici interrogativi circa la compatibilità della gestione dei suddetti flussi migratori adottata dagli Stati e l'obbligo internazionale di non respingimento gravante sugli stessi. In più occasioni gli Stati, per eludere il rispetto del suddetto obbligo hanno provveduto al respingimento di imbarcazioni di migranti irregolari in alto mare, ovvero in un'area in cui gli stessi non esercitano la giurisdizione. La sovranità dello Stato in mare infatti è integrale ed esclusiva solo entro il mare territoriale. Alcuni Paesi, facendo leva sul fatto che la Convenzione di Ginevra non contiene una disposizione generale che delimita ratione loci la sua applicazione, hanno ritenuto che al di fuori del mare territoriale si configuri una sorta di vuoto giuridico nel quale gli stati sarebbero svincolati dal rispetto degli obblighi (tra cui quello di non respingimento) che li legano al proprio territorio. La ricerca si è concentrata sull'analisi della portata applicativa del principio di non respingimento in relazione alle recenti tendenze delle politiche migratorie di molti Stati, che volgono verso la extra-territorializzazione dei controlli sui flussi migratori. Inoltre, è stato oggetto di verifica l'incidenza e la funzionalità del principio in relazione alla tutela dei diritti fondamentali dell'uomo anche nell'ottica di individuare le basi per la configurazione ed il riconoscimento di un diritto di ingresso del migrante in Stati diversi da quello di origine. Dopo un excursus storico circa l'origine e l'evoluzione dell'istituto dell'asilo e del rifugio, si è quindi proceduto allo studio ed all'analisi della normativa internazionale vigente in materia, della prassi adottata dai singoli membri della Comunità Internazionale, delle pronunce dei principali organismi rappresentativi della medesima, nonché delle decisioni ed orientamenti assunti dalla giurisprudenza internazionale.
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Abstract
The main aim of this research is to elaborate on an issue concerning the migration phenomenon.
Specifically, its objective is to analyze the range of the principle of non refoulement and its current and potential field of application.
The prohibition of refoulement, core of asylum, born as a conventional institution and it was initially stated in the article 33 par. 1 of the 1951 Geneva Convention on Refugees.
A problematic aspect concerning the principle in question and debated in doctrine, regards its application to cases of rejection at the frontier of those fleeing to a country where his life and freedom would be in danger and that still is not present on the territory of the State to which he is directed.
The matter mainly shows up in the event of migration flows by sea, where the asylum seekers and refugees percentage is significantly higher than that found in the migration flows by land and by air.
The presence of migrants in the categories Internationally Protected raises specif questions concerning the compatibility of the management of these flows adopted by States and the international duty of non refoulement imposed on them.
In many cases States, in order to evade compliance with this duty, rejected boats of illegal migrants on the high seas (area in which they don't exert jurisdiction.
Indeed state sovereignty at sea is complete and exclusive only within the territorial sea.
Some countries, relying on the fact that the Geneva Convention does not contain a general provision that delimits ratione loci its application, felt that outside the territorial sea setting up a sort of legal vacuum where the states would be released from the obligations (including the right to non-refoulement) that bind them to their territory.
The research aims to verify the scope of application of the principle of non-refoulement in relation to recent trends of migration policies of many states, who turn to the extra-territorial controls on migration flows.
Furthermore, the incidence and performance of the principle has been investigated both in relation to the protection of fundamental human rights and in the attempt to seek the basis for the configuration and the recognition of a right of entry for the migrant in countries other than their own.
Ultimately, after an historical excursus about the origin and the evolution of the right of asylum and of the refugee, this paper has also analysed the status quo of the international regulation currently in place and assessed the adoption of the same by the International Community's members individually and the judgements of the representative bodies and regulators on the subject, as well as the international jurisprudence's decisions and guidelines.
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