Riassunto analitico
L'elaborato analizza il fenomeno dell'Intelligenza Artificiale e la sua centralità, in termini di indispensabilità e irrinunciabilità, che lo stesso riveste nell'attuale società. La poliedricità del fenomeno in esame, resa evidente dalla miriade di applicazioni pratiche che di esso può legittimamente farsene nei vari ambiti del sapere e della tecnica, consente di individuarne i pro e i contro. Se da un lato, infatti, il vorticoso progresso tecnologico ha avuto il pregio di garantire un maggior benessere all'umanità, dall'altro esso potrebbe contribuire a sottrarre all'essere umano competenze lavorative, cagionando disoccupazione e povertà, entrando così in conflitto con i principi fondamentali della Carta Costituzionale. L'attenzione viene poi focalizzata sul segmento automobilistico, il quale, più degli altri, risente delle spinte progressiste dell'Intelligenza Artificiale, la quale viene sempre più impiegata dalle case produttrici nel tentativo di giungere ad un considerevole decremento dei sinistri stradali, specie quelli che esitano nella morte o nelle lesioni. Tale obiettivo viene perseguito attraverso la sottrazione al guidatore di talune competenze di guida, contestualmente attribuite ai sistemi di IA, che sfruttano le cc.dd. ADAS. L'acronimo indica le "Advanced Driver-Assistance Systems, per tali intendendosi i sistemi di guida assistenziale. Si tratta di componenti tecnologiche la cui presenza consente al conducente di effettuare limitate manovre di guida. A titolo di esempio può citarsi il Cruise control, tramite il quale può impostarsi una velocità di marcia predefinita. La contestuale compresenza, all'interno della vettura, di tutte le ADAS consente l'automazione di guida completa. Lo scenario è quello delle tessere di un mosaico (metaforicamente indicante le ADAS) che, riunite tutte in un determinato contesto, realizzano il mosaico della guida autonoma. Proprio il concetto di guida autonoma, in cui non è previsto alcun apporto del conducente, presenta plurimi profili di contrasto con la normativa internazionale di matrice euro-unitaria e pattizia, nonché con il sistema ordinamentale nazionale. Prendendo le mosse dalle fonti sovra-nazionale testé richiamate, la disamina procede a rintracciare nella normativa in materia di circolazione dei veicoli spiragli aperturisti nei confronti della guida autonoma, per poi analizzare la compatibilità di tali innovativi sistemi di guida con il diritto positivo, specie con quello di natura penale. Quest'ultimo, ispirato ad un puro antropocentrismo in termini di responsabilità, appare, quantomeno prima facie, osteggiare le novità tecnologiche di guida, per via della difficoltà, difficilmente valicabile - se non al costo di illogiche forzature ermeneutiche -, di allocare il reato e le conseguenze da esso derivanti in via diretta e immediata ad un soggetto che non è né una persona fisica né è gestito da persone fisiche. I sistemi di intelligenza artificiale applicati al segmento automobilistico, infatti, sono dotati di capacità di auto-apprendimento, ed è chiaro che, posto in questi termini, la responsabilità per fatto proprio e colpevole che il diritto penale esige non sembra, nemmeno lontanamente, potersi validamente profilare. Questo il cuore dell'analisi che, peraltro, provvede ad analizzare le soluzioni che, da più parti, sono state proposte. Da ultimo, si prende in esame la responsabilità civile, ritenuta maggiormente flessibile differentemente da quella penale.
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