Riassunto analitico
Negli ultimi anni una combinazione di fattori, come la globalizzazione, l'adozione diffusa della digitalizzazione e la deregolamentazione, ha reso più pervasive nuove forme di organizzazione del lavoro. La condizione di occupato si è sviluppata in un concetto più fluido, un continuum di vari gradi di statuti, dove la mancanza di lavoro cattura solo la parte più visibile della sottoutilizzazione del lavoro. L'esigenza di estendere le statistiche del mercato del lavoro convenzionale con obiettivi incentrati sulla qualità è diventata, pertanto, una questione centrale a livello istituzionale e accademico. La trasformazione del lavoro ha coinciso con la considerevole entrata delle donne nella forza lavoro, che ha influenzato le dinamiche dell’offerta di lavoro, le opportunità e l’organizzazione del lavoro. La costante crescita dei tassi di occupazione femminile negli ultimi decenni ha sicuramente aumentato le opportunità occupazionali per le donne, ma esse tendono ad avere condizioni meno favorevoli rispetto agli uomini, principalmente a causa del divario di genere e della segregazione orizzontale e verticale. Questi cambiamenti nella natura del lavoro ci sfidano a ripensare all’impatto del lavoro sul benessere e sulla salute delle persone. Il cambiamento strutturale del mercato del lavoro ha trasformato i modelli sociali, implicando nuovi rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, causati da alienazione, intensità del lavoro e precarietà. Di fronte a tale contesto, la seguente dissertazione mira ad analizzare gli aspetti di accesso e qualità del lavoro da una prospettiva di genere. La tesi è composta da tre capitoli. Il primo capitolo analizza la reazione delle donne in termini di transizioni di statuto lavorativo come reazione a uno shock involontario del partner uomo (effetto che in letteratura viene definito Added Worker Effect). Utilizzando i dati della Swiss Labour Force Survey dal 2003 al 2016, esaminiamo le reazioni a livello estensivo e intensivo, nonché effetti di job retention. Questa ricerca contribuisce alla letteratura in quanto: (i) esamina più dettagliatamente le coppie dual-earner che sono state ampiamente ignorate nella letteratura precedente; (ii) si concentra sulla perdita di lavoro involontaria che è fondamentale per l'interpretazione causale delle stime; (iii) adotta un approccio controfattuale. Le reazioni differiscono per le donne che sono inizialmente senza lavoro e le donne già occupate. Il Capitolo 2 esamina le disuguaglianze di genere in termini di qualità del lavoro, adottando un approccio interdisciplinare e oggettivo al tema. Utilizzando i dati della Swiss Household Panel dal 2004 al 2016, questa ricerca fornisce un contributo alla letteratura applicando un'analisi longitudinale e utilizzando il metodo Alkire-Foster come misura sintetica della qualità del lavoro. I risultati mostrano che le donne tendono a essere svantaggiate in termini di remunerazione, sicurezza lavorativa e uso di competenze e grado di controllo. D'altra parte, le donne sembrano avere maggiori vantaggi rispetto agli uomini nella dimensione ergonomica, in termini di qualità del tempo di lavoro e di conciliazione. Il capitolo 3 ha l’obiettivo di identificare l'effetto di causalità della qualità del lavoro sulla salute mentale, applicando un modello di regressione dinamica basato sul metodo dei momenti generalizzato. Utilizzando i dati della Swiss Household Panel dal 2004 al 2016, applichiamo tale strategia per l'intero campione e separatamente per uomini e donne. L'evidenza empirica sembra avvalorare la tesi di causalità solo per le lavoratrici e confermare un processo autoregressivo nella salute mentale, che dovrebbe essere considerato in letteratura per evitare stime distorte.
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Abstract
Over the last years a combination of factors, such as globalisation, the widespread adoption of digitalisation and deregulation, has made new forms of work organisation more pervasive. Employment condition has developed into a more fluid concept, a continuum of varying degrees of labour force statutes, where the unemployment rate captures only the most visible part of labour underutilization. Thus, the requirement to extend conventional labour market statistics with quality-centred objectives have become a central issue at the institutional and academic level. Labour transformation has coincided with the fact that the majority of women joining the paid workforce, influencing the dynamics of labour supply, work opportunities and work organization. The constant overall growth in female employment rates in recent decades has surely increased occupational opportunities for women, but they tend to have less favourable conditions than men’s, mainly for the gender gap and horizontal and vertical segregation. These changes in the nature of work challenge us to rethink how work may impact the well-being and health of workers. Structural change of the labour market has transformed the social patterns and implied new health and safety risks for workers, caused by alienation, work intensity, precariousness. Against this background, this dissertation aims at analysing aspects in access and quality of work from a gender perspective. This is important for policy purposes because policies that influence the nature of employment are likely to impact health. Most importantly, the nature of work should be taken into account in the field of labour policy that, in the current workfare priority, aims exclusively at a quick placement into a job.
The dissertation consists of three chapters. The first Chapter analyses the reaction of women in terms of labour transitions to an involuntary shock of the male partner that in literature is termed the Added Worker Effect (AWE). Using the Swiss Labour Force Survey data from the years 2003 to 2016, we look at reactions at both extensive and intensive margins as well as job retention effects. This research contributes to the literature by: (i) looking in more detail at dual-earner couples who have been largely ignored in the previous literature; (ii) focusing on the involuntary job loss that is fundamental for causal interpretation of estimates; (iii) adopting a counterfactual approach. The reactions differ for women who are initially jobless and women with a job. Chapter 2 investigates gender inequalities in job quality, adopting an objective interdisciplinary approach to the issue. Using the Swiss Household Panel data from the years 2004 to 2016, this research makes a major contribution to literature by undertaking a longitudinal analysis and using the Alkire-Foster technique to deal with a multidimensional definition of job quality. Women tend to perform lower pay, security and the use of skills and discretion. On the other hand, they seem to have higher advantages over men in ergonomic dimension, working time quality and work-life balance. Chapter 3 aims at identifying the social causation effect of job quality on mental health by applying a dynamic panel data regression based on the generalized method of moments. Using the Swiss Household Panel data from the years 2004 to 2016, we carry out models for the whole sample and then separately for men and women. The empirical evidence seems to corroborate the causation thesis for female workers and confirm an autoregressive process in mental health that, thus, should be considered in literature in order to avoid biased estimates.
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