Riassunto analitico
La sepsi è una condizione clinica molto grave, che se non diagnosticata nel più breve tempo possibile porta ad una disfunzione d’organo acuta, spesso con esito fatale; infatti essa causa in Europa 700.000 decessi all’anno. Essa è la conseguenza di un’infezione, spesso correlata all’assistenza sanitaria, in cui i batteri, le endotossine (LPS) o altri agenti patogeni, si diffondono nel sangue (una situazione chiamata batteriemia), che causa un’infezione disseminata, responsabile poi di una risposta immunitaria dell’ospite fuori controllo. I primi interventi farmacologici volti a contrastare la sepsi sono rappresentati dalla somministrazione di antibiotici, liquidi per via endovenosa ed ossigeno. Oltre che mediante terapia antibiotica, l’eliminazione ed il contenimento dell’infezione può essere effettuata tramite trattamenti extracorporei. Oggigiorno, sono disponibili dispositivi per il trattamento extracorporeo della sepsi che hanno essenzialmente lo scopo di rimuovere le endotossine, i microrganismi o le eventuali citochine proinfiammatorie, dal torrente circolatorio. Tuttavia, ad oggi, non esiste un sistema efficace in grado di eliminare dal sangue contemporaneamente batteri, endotossine ed acidi lipotecoici. Il mio lavoro di tesi si è inserito in un progetto di ricerca più ampio che vede la collaborazione tra le aziende Medica e SetLance, ed ha avuto come principale obiettivo lo sviluppo di un nuovo dispositivo medico per il trattamento della sepsi, in cui è stato utilizzato un peptide, con proprietà antibatteriche ed antinfiammatorie, denominato M33. In particolare, lo studio si è focalizzato sulla possibilità di immobilizzare il peptide M33 su di un substrato polimerico di polietersulfone (PES), utilizzando un fascio di elettroni accelerato come fonte di irraggiamento (irraggiamento beta). Successivamente, è stata valutata l’attività antibatterica in vitro verso una soluzione contaminante del batterio Brevundimonas diminuta (105-106 CFU/mL) e la capacità di rimuovere le endotossine da parte dei dispositivi trattati con M33 o non (controllo CTRL). I risultati ottenuti in numerosi esperimenti, hanno dimostrato che i dispositivi PES-M33 irraggiati ad una concentrazione di M33 di 1 mg/mL sono in grado di rimuovere oltre il 97% di batteri, ed inoltre hanno ridotto di 3 log i livelli di endotossine. Di contro, nessun significativo effetto è stato osservato con i dispositivi di controllo (CTRL), nei quali non è stato inserito il peptide M33.
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