Riassunto analitico
La valutazione delle politiche pubbliche è un ambito di ricerca nel quale si è sviluppata una metodologia ben definita nel tempo. La tecnica della differenza nelle differenze, il propensity score matching e altre strategie valutative più e più complesse dal punto di vista econometrico compongono complessivamente un supporto metodologico atto a ottenere il miglior controfattuale possibile in qualsiasi tipo (o quasi) di situazione. Allo stesso modo, nello studio della povertà e delle politiche di contrasto di questo fenomeno si è consolidato nel tempo un comune approccio che coincide con quello definito dall’Eurostat a livello europeo oppure dall’Istat in Italia. La presente tesi di dottorato muove dall’applicazione di alcuni dei metodi tradizionali appena descritti e tenta di introdurre dei nuovi approcci da attuare sia nella valutazione delle politiche pubbliche sia nell’analisi della povertà. La tesi si sviluppa in quattro capitoli. Nel primo capitolo, seguendo un approccio più “tradizionale”, viene valutata la capacità dei trasferimenti monetari dei diversi sistemi europei di welfare di raggiungere i soggetti in condizioni di povertà transitoria o persistente. Tramite l’applicazione di un modello probit bivariato su dati EU-SILC, emerge che al 2014 permangono in Europa delle forti differenze nei tassi di inclusione dei poveri nei trasferimenti sociali tra i sistemi di welfare, ma si rileva una comune tendenza ad escludere certe categorie di poveri (stranieri, lavoratori autonomi, occupati) rispetto ad altre (disabili, minori). Nel secondo capitolo viene usato un modello di analisi cognitiva, denominato Elaboration Likelihood Model (ELM), per spiegare quanto consciamente i lavoratori italiani del settore privato abbiano scelto, a seguito della riforma del sistema pensionistico complementare del 2007, di trasferire i contributi futuri del proprio TFR in un fondo pensione. Basato sui dati dell’Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie, lo studio rileva che solo una piccola parte dei lavoratori ha deciso in maniera pienamente consapevole. Inoltre, si osserva che non solo la cultura finanziaria ha giocato un ruolo rilevante nel processo decisionale, ma anche e soprattutto le abilità cognitive individuali e taluni elementi contestuali, quali i sindacati e i datori di lavoro. L'analisi ad oggetto del terzo capitolo vuole mettere in discussione il presupposto, comune nelle politiche pubbliche di contrasto alla povertà, secondo il quale aiutare le persone in difficoltà finanziaria a transitare fuori dallo stato di povertà sia sufficiente a risolvere il problema sociale. Infatti, abbandonare la condizione di scarsità di reddito spesso non si traduce automaticamente in un cambiamento della propria percezione di povertà. L’obiettivo dello studio è quindi testare se e con quale intensità l’esperienza di una condizione di scarsità reddituale nel passato incide sulla valutazione personale della fragilità finanziaria nel tempo. In base alle elaborazioni svolte sui dati panel EU-SILC, sembra che le persone con esperienze di povertà tendano a percepirsi finanziariamente più fragili rispetto a chi non ha vissuto momenti di scarsità in passato, anche a parità di reddito familiare. Infine nel quarto capitolo, attraverso dei recenti modelli econometrici (c.d. Recentered Influence Function (RIF) regressions), viene valutato l’impatto dello schema di panel ruotato adottato da Eurostat nell’indagine EU-SILC nella stima dei principali indicatori di povertà e disuguaglianza. L’analisi sui dati trasversali EU-SILC 2014 mostra che lo schema di costruzione del campione ha un effetto significativo su tutti gli indicatori, anche tenendo conto delle caratteristiche socio-demografiche delle famiglie e delle principali caratteristiche del campionamento.
|
Abstract
The evaluation of public policies is a research topic in which a well-defined methodology has been developed over time. The difference in differences technique, the propensity score matching, and other evaluation strategies more and more complicated under an econometric point of view jointly compose a methodological framework in order to obtain the best possible counterfactual in any kind of situation. Similarly, in the study of poverty and policies to fight against it a common methodological approach has been consolidated over time, generally coinciding with the Eurostat’s one at European level or the Italian National Institute of Statistics (Istat) at national level.
The PhD thesis starts from the application of some of ‘traditional’ methods described above and try to introduce new approaches to both evaluate public policies and study the poverty phenomenon. The thesis consists of four chapters.
Chapter 1 studies whether there are systematic differences in the capability of cash social transfers, belonging to different European welfare systems, to reach both the transitory poor and the persistent poor. Based on bivariate probit models applied to EU-SILC data, we find that population subgroups at risk of poverty that do not receive social transfers are quite similar among European welfare regimes, but with important differences in terms of exclusion rates. From both a cross-sectional and a longitudinal point of view, a common framework for social policies seems to be in place, which tends to exclude some categories of the poor (e.g. foreigners, self-employed, employed) from benefits receipt, while including others with much greater probability (e.g. disabled, minors).
As for Chapter 2, a psychological model, called Elaboration Likelihood Model (ELM), is used to explain how consciously Italian employees in the private sector decided, after the 2007 reform of national pension system, to transfer future severance pay contributions into a pension fund. Based on data from the Bank of Italy Survey on Household Income and Wealth, the analysis shows that a small part of employees chose consciously about the transferring. Moreover, the study points out that not only financial literacy plays a relevant role in the employees’ elaboration process, but also cognitive skills and contextual elements, such as unions and employer pressures.
The analysis developed in Chapter 3 wants to question a common assumption in public policies to fight poverty, according to which helping people with financial difficulties to transit out of poverty is enough to solve this social problem. In fact, leaving a condition of income scarcity does not necessarily lead to a change in individual’s poverty perception. The aim of the study is to test whether and to what extent an income scarcity condition experienced in the past affects the individual’s assessment of financial fragility over time. Using EU-SILC longitudinal data, main results highlight that people transited out of poverty tend to record a lower subjective ability to make ends meet than those who never experience poverty, even at parity of household income level.
Finally, through the application of new econometric models (i.e. Recentered Influence Function (RIF) regressions), Chapter 4 evaluates the impact of the rotating panel sample adopted by Eurostat in EU-SILC survey on estimates of social indicators such as income poverty or inequality. The analysis on the 2014 EU-SILC cross-sectional data highlights that the estimated poverty, polarization, and income inequality measures for newer rotation groups are generally higher than for older ones. All impacts remain overall significant even when accounting for socio-demographic characteristics of households and main characteristics of the sampling.
|