Riassunto analitico
Si stima che l’infertilità colpisca l’8-12% delle coppie a livello globale, con una componente maschile che è la causa primaria o contribuente in circa il 50% delle coppie. L’infertilità maschile normalmente fa riferimento all’incapacità di un maschio di determinare una gravidanza in un partner femminile fertile dopo un anno di rapporti sessuali non protetti. Le cause della subfertilità o dell’infertilità totale maschile variano notevolmente, ma possono essere correlate a fattori congeniti, acquisiti o idiopatici che compromettono la spermatogenesi. A livello medico, al giorno d’oggi, l’uso delle tecniche di riproduzione assistita è l’unica terapia che mostri una soluzione secondaria al problema. Questo perché i trattamenti farmaceutici convenzionali e le operazioni chirurgiche hanno aiutato molti uomini affetti da questa patologia a raggiungere una gravidanza nella loro partner, ma la loro efficacia non è soddisfacente e spesso ad essi seguono effetti collaterali anche molto pesanti nei soggetti trattati. Proprio per questo motivo, per provare a risolvere tale problema, che dai dati raccolti sembra destinato a peggiorare col passare del tempo, si va affermando sempre di più un approccio fitoterapico. La fitoterapia cinese è stata utilizzata per migliorare l’infertilità maschile per molto tempo in passato è ora sempre più popolare nei paesi occidentali per il trattamento di tale patologia. In particolare esistono tante varietà di piante che nel tempo hanno dimostrato avere potenziali effetti benefici: Epimedium brevicornum, Euricoma longifolia, Crocus sativus, Tribulus terrestris, Mucuna pruriens, Panax ginseng. Tra tutte queste possibili piante che hanno dimostrato la loro efficacia, Lepidium meyenii, Tribulus terrestris e Eurycoma longifolia sembrano essere le più promettenti. Infatti le droghe delle tre piante prima citate, oltre ad essere state maggiormente studiate rispetto alle altre, hanno manifestato un’efficacia maggiore per trattare l’infertilità maschile. Sono state analizzate le caratteristiche botaniche delle piante, le tante possibili proprietà farmacologiche delle loro droghe che hanno dimostrato avere nei confronti dell’organismo umano e soprattutto il loro potenziale nel migliorare le caratteristiche degli spermatozoi che compongono lo sperma dell’uomo. In particolare, mediante gli studi raccolti, è stata valutata la loro influenza positiva sul volume dell’eiaculato, sul numero totale di spermatozoi, sulla loro concentrazione, motilità progressiva, motilità totale, morfologia e vitalità. Per ognuna delle tre piante sono stati riportati studi in vitro e in vivo su animali, pre-clinici e clinici, i quali hanno dimostrato le loro azioni sullo sperma e spermatozoi. Infine sono stati valutati eventuali effetti collaterali che gli integratori immessi in commercio, a base delle droghe di queste piante, possono causare nelle persone che ne fanno uso e possibili interazioni con farmaci, alimenti e altri prodotti fitoterapici. In conclusione queste piante hanno dimostrato di determinare un’evoluzione positiva della patologia, ma comunque servono ancora altri studi per capire l’effettiva farmacocinetica e farmacodinamica dei principi attivi responsabili della loro attività.
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