Riassunto analitico
Nei report aggiornati dell’AIFA si assiste ad un incremento sempre più considerevole della prescrizione del farmaco, in particolare verso i farmaci usati nel trattamento delle patologie gastriche acido correlate, primi tra tutti gli inibitori di pompa protonica, che rappresentano la terapia di elezione. Tuttavia l’abuso di prescrizione di questi composti ha portato alla luce, nel corso degli anni, aspetti non sempre descritti o quantomeno di diversa entità legati all’uso di tali farmaci che, pur avendo un certo spettro di sicurezza, non sono però privi di effetti collaterali specie nel trattamento in cronico, dando nella fattispecie problematiche sull’assorbimento di nutrienti (vitamina B12, Calcio) e portando ad aumentato rischio di infezioni del tratto gastrointestinale (Clostridum difficile). Al fine di limitare l’incidenza di questi effetti collaterali sono stati introdotti nel corso del tempo vari prodotti fitoterapici che per composizione vanno a proteggere la mucosa gastrica dalle lesioni acido derivate, o in alternativa vanno a favorire un processo di riparazione dell’epitelio cilindrico semplice di rivestimento eventualmente danneggiato. È chiaro che questi fitoterapici vengono sfruttati nelle fasi iniziali di trattamento o in acuto, o al limite in associazione alle terapie di elezione per il trattamento delle patologie acido correlate e nel trattamento delle infezioni da Helicobacter pylori. Dal momento che, non solo in Italia, ma a livello mondiale, l’attenzione sugli effetti collaterali da terapia in uso cronico, con inibitori di pompa protonica, è molto alta, molti studi vengono intrapresi al fine di trovare composti attivi alternativi che possano in un qualche modo preservare la fisiologia del tratto gastrico andando a limare il più possibile quelli che sono gli effetti collaterali associati alla terapia di elezione. A tal proposito vi sono recenti studi relativi a componenti attivi di origine vegetale estratti da piante che sembra abbiano un buon profilo terapeutico per quello che riguarda la gastroprotezione come ad esempio la Spondias mombin e la Vernonia condensata. Un altro interessante soggetto di studio riguarda il regno animale e nella fattispecie è rappresentato dalla Zoanthide palytoa il cui muco sembra avere, in vivo, effetto protettivo sulla mucosa gastrica. Certamente il contributo più significativo deriva da uno screening su composti chimici con un buon profilo come IPP come ad esempio il Vonoprazan. Tale composto, già approvato in Giappone (2015), Russia (2021) e dall’FDA (2023 in associazione con antibiotici) sembra avere, oltre ad essere più attivo degli IPP tradizionali di circa 350 volte, un miglior profilo per quello che riguarda gli effetti collaterali sul lungo termine. Occorre sempre comunque mantenere un profilo critico poiché gli studi sulle coorti finora effettuati sono solo una goccia nel mare, ma fino ad ora i risultati sono molto promettenti. Anche se il farmaco non è ancora stato approvato né da EMA né da AIFA è presumibile pensare che in futuro sarà disponibile anche sul nostro territorio come possibile terapia. Quello che è certo è che anche sulla gastroprotezione occorre sempre, come con ogni terapia, valutare in modo soppesato la necessità di trattamento, oltre al rapporto rischio/beneficio, poiché come sappiamo qualsiasi terapia porta con sé una gamma più o meno vasta di effetti collaterali.
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