Riassunto analitico
Il bilancio di esercizio rappresenta il prospetto contabile che per eccellenza fornisce una rappresentazione semplificata della dinamica gestionale dei soggetti giuridici; non a caso confluiscono in esso tutti i valori economici e finanziari registrati nel corso dell’esercizio. Le informazioni economico-finanziarie comunicate dalla società servono essenzialmente a reperire tra il pubblico risorse da investire nell’azienda, illustrando l’attuale situazione e le prospettive di sviluppo future. Le aspettative che nutrono i portatori di interesse effettivi e potenziali nei confronti dell’azienda rappresentano un possibile incentivo manipolatorio nel momento in cui tali aspettative non possono essere soddisfatte. Le recenti turbolenze dei mercati, causate dalla scoperta di falsificazioni nei bilanci, hanno spinto le autorità di regolamentazione verso l'adozione di una normativa più stringente nei confronti della figura dedita alla certificazione dei bilanci: il Revisore Legale, organo di controllo esterno la cui attività culmina con l'espressione di un giudizio all'interno della Relazione di Revisione. La crescente attenzione rivolta dagli stakeholders alla figura del revisore legale, in qualità di garante delle informazioni economico-finanziarie, ha portato alla nascita di una corrente letteraria di impronta anglosassone, incentrata sul concetto di "Audit Quality". L’obiettivo principale sviluppato da tale corrente è quello di trovare una risposta alle incertezze dei mercati attraverso l’individuazione di variabili che si possano configurare come misure dell’audit quality e fornire, quindi, un’indicazione sul fatto che il processo di revisione sia stato svolto in maniera efficace. La maggior parte degli studi sembra individuare tale misura di audit quality nella dimensione della società di revisione, affermando quindi che sussista un'associazione positiva tra le due variabili: all'aumentare della dimensione della società di revisione, aumenta la qualità del processo di revisione. Ne consegue che la qualità dell'audit sia maggiore nelle "Big Audit firms", a scapito delle "Small Audit firms". La presente ricerca è quindi indirizzata ad indagare le differenze che sussistono nei processi di audit tra le società di revisione, distinte tra “società di revisione dalle grandi dimensioni”, note come le attuali “Big Four”, e “piccole società di revisione”, entità giuridiche che la letteratura ha progressivamente individuato in società di revisione che detengono un numero di incarichi e di quote di mercato indubbiamente inferiori. L’obiettivo ultimo dell’elaborato che verrà di seguito presentato è quello di fornire un'evidenza empirica di come la qualità del processo di revisione possa essere influenzata dalla dimensione della società di revisione all’interno del contesto italiano. L’indagine ha per oggetto un campione complessivo di 4750 società di capitali italiane, per ognuna delle quali è stata individuata la tipologia di revisore in relazione agli esercizi amministrativi 2017, 2018 e 2019. Per le stesse società sono stati individuati gli importi di determinate voci di bilancio, necessarie per il calcolo dei discretionary accruals: componenti di reddito non monetarie particolarmente soggette a manovre contabili per via della mancanza di manifestazione finanziaria e dell'elevato grado di soggettività che caratterizza la movimentazione di tali voci di bilancio. All'aumentare dei discretionary, o abnormal accruals aumentano le politiche di earnings management e perciò, si riduce la qualità dell'audit. La trattazione prosegue con l'applicazione di un modello per panel data, necessario al fine di calcolare la relazioni tra i discretionary accruals individuati nel campione di società e alcune variabili, prime fra tutte la dimensione della società di revisione.
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