Riassunto analitico
Negli ultimi decenni, la globalizzazione si è manifestata attraverso l'esponenziale crescita di potenze economiche dal continente Asiatico e dall'Est Europa, che sono state in grado di entrare nei mercati internazionali con prezzi altamente competitivi, aggiudicandosi in breve tempo una grossa fetta di mercato. Anche l'Italia, come altri paesi sviluppati, è stata interessata da questi cambiamenti sul mercato globale, che hanno destato particolare preoccupazione per i possibili effetti negativi sulla produzione e l'occupazione domestica, in particolare per settori ad elevata intensità di lavoro o caratterizzati da piccole aziende poco competitive sul panorama internazionale. Con tale premessa, l'obiettivo di questo lavoro è stimare l'impatto della pressione competitiva delle importazioni dai paesi a basso prezzo sull'occupazione italiana, non solo nei diversi settori manifatturieri ma anche a livello delle realtà aziendali dimensionalmente diverse che caratterizzano l'economia italiana. Nella prima parte, le principali teorie sul commercio internazionale sono esaminate, partendo da Smith e arrivando sino a Marshall e alle più moderne teorie, con l’intento di identificare il possibile impatto sull’economia domestica dell’integrazione commerciale. Nella seconda parte, invece, viene esaminata la letteratura specifica sulla tematica delle importazioni dai paesi low cost. In particolare è stata esaminata la letteratura esistente sugli effetti delle importazioni low-cost sul mercato statunitense per la ricchezza di spunti e contenuti, la letteratura sulla Germania per l’importanza che questa economia ha per l’Italia e per la vicinanza geografica e, infine, è stata analizzata la letteratura esistente sull’Italia, osservando che effetti tali importazioni hanno avuto su diversi aspetti dell’economia italiana. Partendo dalle principali teorie del commercio internazionale ed esaminando la letteratura menzionata, viene proposta un analisi empirica sull'impatto delle importazioni dai paesi low-cost sulle dinamiche dell'occupazione italiana. Il database utilizzato è stato costruito unificando i dati occupazionali di ogni settore manifatturiero a tre digit, nelle diverse classi dimensionali d'impresa, con i dati sulle importazioni da un gruppo selezionato di mercati a basso costo, entrambe disponibili nel database Eurostat. Questi sono stati integrati con dati sull'investimento in ICTS resi disponibili da EU-KLEMS, dati sull'impiego dei robot elaborati da IFR (International Federation of Robotics), dati sulla percentuali di impiegati nei distretti industriali presi dal database ISTAT e infine un indice sull'intensità dell'impiego di lavoro, elaborato a partire da dati ISTAT sul numero di white collars e blue collars impiegati nei singoli settori a tre digit. i risultati dell'analisi hanno dimostrato che le importazioni dai paesi asiatici e dall'Est Europa hanno avuto un impatto molto differente sui settori manifatturieri italiani e, conseguentemente, sulle loro dinamiche occupazionali, dimostrandosi non solo una minaccia ma anche un’opportunità di espansione per alcuni settori. Inoltre, si è osservato come tali importazioni impattino diversamente sulle diverse dimensioni d’impresa in ogni settore, con differenze più marcate in alcuni settori rispetto ad altri. Successivamente, si è osservata la significatività delle variabili all’interno del modello, rapportandola con le aspettative basate sulla letteratura esaminata. Infine, nell’ultima parte del lavoro, sono state tratte le principali conclusioni sulla base di quanto precedentemente osservato.
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Abstract
In the last decades, globalization has occurred with the rise of new economic powers from Eastern Europe and Asia, who have been able to enter and acquire a huge share in international markets with low-cost competitive products. This trade integration process has affected also Italy and has led to major concerns about the possible negative effects on local industries and the domestic labour markets, in particular in labour intensive sectors or those characterized by small low-competitive firms. Starting from this, the purpose of this work is to estimate the impact of low-cost import competition on the Italian employment, not only in manufacturing sectors, but also deepening the analysis at different firm size levels.
The first part of the work covers the most important international trade theories, from Smith to Marshall and the modern trade theories that take into consideration the existence of economies of scale and imperfect competition, in order to understand what can be the impact of trade integration on the domestic market.
In the second part, the existing literature on the theme of low-cost import competition is examined. In particular, the most recent literature on United states has been chosen for its richness in contents and suggestions, while the literature on Germany has been chosen for the closeness of this country both from an economic and geographic point of view. In the last part, the focus has been moved on the Italian scenario, with a review of the existing literature that analysed the effect of low-cost imports on different aspects of the Italian economy.
Moving from the most important international trade theories and following the path of the existing literature mentioned above, an empirical analysis of the impact of low-cost import competition on the employment dynamics of the Italian labour market is proposed. For this aim, a database has been built unifying occupational data for three-digit manufacturing sectors by firm size for the period 1996 – 2017 with data on import penetration of a selected group of low-cost countries, both taken from Eurostat database. Furthermore, the database has been integrated with data on investments in ITC technologies, provided by EU-KLEMS, data on robots from IFR (International Federation of Robotics), data on the employment percentage in local labour markets from ISTAT database and a skill-intensity index, built on data regarding white collars and blue collars employment available in ISTAT database as well.
The analysis highlights that Asian and European low-cost imports played a very different role in the Italian employment dynamics, being not only a threat but also a source of new market and labour opportunities for some sectors. Furthermore, the impact of low-cost import competition on different firm size has proved to be different according to expectations, while, among the control variables used, skill intensity and ICTS investment resulted to be the most significant in lowering the import pressure. In the last part, main findings are summarized and based on these, conclusions are drawn.
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