Riassunto analitico
Quante volte la paura di sbagliare ci provoca problemi? L’errore ci inibisce, ci preoccupa, ci smarrisce. L’uomo cresce con la paura di commettere errori e di fallire ma se, invece, provassimo a guardare l’errore da un’altra prospettiva? Se il detto “Sbagliando si impara” fosse più vero di quanto noi fatichiamo a credere? L’errore aiuta, porta l’uomo a migliorarsi e ciò che a volte può sembrare razionalmente un limite, può diventare invece motivo di crescita, causa di scoperte inattese e mezzo per risolvere situazioni impossibili. Il primo capitolo analizza i diversi aspetti e gli effetti dell’errore/errare in vari ambiti: da quello scientifico in cui l’errore è considerato un punto di partenza, un trampolino di lancio grazie al quale l’uomo può trovare nuove soluzioni e fare nuove scoperte, all’ambito pedagogico, con il metodo montessoriano e la cosiddetta didattica dell’Atelier dell’Errore, un laboratorio di arti visive dedicato ai ragazzi di neuropsichiatria infantile affetti da gravi patologie. Il focus dell’elaborato sarà però il problema della traduzione degli errori, intenzionali o non intenzionali, presenti nel testo di partenza. La bibliografia critica è ricca di studi sugli errori di traduzione, ma non sulla traduzione degli errori. Fino a dove si può spingere il traduttore: deve intervenire correggendoli o tradurli riproducendoli? E come? Per approfondire la questione della “traduzione dell’errore”, e seguendo l’approccio di tipo descrittivo proprio di gran parte dei Translation Studies, analizzeremo, nel secondo capitolo, le traduzioni in italiano di estratti dei capolavori di James Joyce, "Ulysses" e "Finnegans Wake", romanzi in cui l’autore ha dato libero sfogo al suo estro contravvenendo spesso e deliberatamente alle norme grammaticali e ortografiche. Nel terzo capitolo si partirà da opere italiane tradotte in lingue straniere. Analizzeremo le traduzioni in spagnolo, inglese e francese di passi de "Il nome della rosa" e "Baudolino", passi in cui Umberto Eco ha fatto ricorso a lingue inventate o a una combinazione di lingue e dialetti. Verrà esaminata, inoltre la traduzione in inglese del lavoro realizzato dai ragazzi dell’Atelier dell’Errore, "Atlante di Zoologia profetica". Infine, nel quarto e ultimo capitolo, approfondiremo la traduzione in italiano di un estratto del romanzo di Mark Twain, "The Adventures of Huckleberry Finn", opera che ha contribuito a consacrare Twain come “padre della letteratura americana” e in cui è presente una combinazione di dialetti, black English, oralità.
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Abstract
How often does the fear of making mistakes influence us? The error inhibits us, it worries us and it makes us feel lost. A person grows with the fear of failure but, what if we try to look at the error from a different perspective? If the statement “You learn by your mistakes” was more accurate than we may believe? The errors help human beings to improve themselves and sometimes what might rationally be perceived as a limit, could, instead, become a reason of growth, a trigger for unexpected discoveries and a solution to impossible situations.
The first chapter analyses the different aspects and effects of the error/erring in various areas: from the scientific one in which an error can be considered as a starting point, a springboard thanks to which men can find new solutions and make new discoveries, to the pedagogical field with the montessoriano method and the so-called didactics of the “Atelier dell’Errore”, a laboratory of visual arts dedicated to children afflicted by severe neuropsychiatric pathologies.
However, the focus of the paper will be the problem of translating the errors, intentional or unintentional, found in the source texts. The critical bibliography is full of studies on errors in translation, but not on the translation of errors. How far can the translator go: should he or she intervene by correcting them or translate by reproducing them? And how?
In order to examine in depth the question of the “translation of the error”, and following the descriptive approach typical of the great part of the Translation Studies, we will analyze, in the second chapter, the Italian translations of some extracts of James Joyce’s masterpieces, "Ulysses" and "Finnegans Wake", novels in which the author has given free rein to his inspiration, often contravening the rules of grammar and spelling deliberately. In the third chapter, we will start from Italian works translated into foreign languages. We will analyze the Spanish, English, and French translations of some passages of "Il nome della rosa" and "Baudolino", in which Umberto Eco used invented languages or a combination of languages and dialects. It will also be examined the English translation of the work carried out by the guys of the “Atelier dell’Errore”, "Atlante di zoologia profetica". In the end, in the fourth and final chapter, we will examine in depth the translation into Italian language of an extract of the novel by Mark Twain, "The Adventures of Huckleberry Finn", a work that contributed to consecrate Twain as “father of the American literature” and in which there are a combination of dialects, black English, orality.
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