Riassunto analitico
Questa tesi esamina empiricamente su scala mondiale la relazione tra spesa militare e democrazia. L’obiettivo dell’analisi è supportare la teoria secondo la quale, le democrazie abbiano una spesa militare inferiore delle dittature. A tal fine, ho creato un database con dati su 133 paesi dal 1988 al 2014, che ho esaminato successivamente con il software Gretl. Questo argomento è già stato studiato in passato, anche se la maggior parte dei paper utilizzano la democrazia come varabile di controllo piuttosto che come variabile di interesse, solo alcuni concentrano la loro analisi sullo studio di questa relazione. Inoltre trattandosi di analisi empiriche svolte in diversi anni, considerano periodi diversi dal mio, e nessun paper prende in considerazione un periodo recente quanto la mia analisi. Diversamente dalle altre indagini, oltre a considerare le generali informazioni del paese, ovvero PIL pro capite e totale della popolazione, ho utilizzato come variabili di controllo il terrore politico e il prezzo del petrolio. Ho cercato in questo modo di attualizzare l’analisi, visto che l’andamento degli ultimi anni del prezzo di questa commodity ha avuto ripercussioni anche sulla spesa militare. Una delle ragioni è che gli alti prezzi del petrolio hanno aumentato notevolmente le entrate dei paesi produttori grazie ai cosiddetti “petrodollars”, mentre un calo di esso tende ad aumentare le tensioni tra gli stati. Per condurre l’indagine ho svolto un’analisi econometrica: una regressione lineare multipla, creando un modello nel quale la variabile dipendente è la spesa militare. Ho utilizzato diversi metodi per analizzare i dati: quello dei minimi quadrati (OLS) e il metodo degli effetti fissi. Ho usato separatamente due proxy di democrazia: il tipo di regime e le libertà civili. Inoltre ho misurato la spesa militare sia in milioni di dollari che in percentuale del PIL. Anche se utilizzerò quasi esclusivamente la seconda, visto che è il miglior modo di capire le priorità di spesa in un paese. Ne emerge che esiste una relazione tra democrazia e spesa militare, ma essa è significativa solamente quando viene stimata utilizzando la proxy libertà civili. Per avere un’analisi più completa ed esplicativa ho diviso il campione in diversi sotto campioni. I criteri da me utilizzati sono: il reddito pro capite medio nei paesi, la posizione geografia e l’appartenenza ad organizzazione o più generalmente a segmentazioni comuni. Il risultato è che esiste una relazione negativa tra le due variabili, ma come prima è significativa quasi esclusivamente usando le libertà civili come proxy di democrazia. Mentre il tipo di regime risulta significativo solo in alcuni paesi. Un risultato molto interessante emerge con l’ultima analisi che ho effettuato, ovvero la divisione del periodo in due parti. La prima dal 1988 al 2000, la seconda dal 2001 al 2014. Quello che emerge è che nella prima parte del periodo vi è una relazione significativa sia utilizzando le libertà civili che il tipo di regime come proxy di democrazia. Questo risultato ci fa supportare la tesi della letteratura, che infatti nelle analisi empiriche utilizza quasi esclusivamente il tipo di regime come proxy di democrazia. Nella seconda parte del periodo le libertà civili sono significative sebbene in misura minore, mentre il tipo di regime sembra non influenzare la spesa militare. Questo ci spinge a riflettere sul significato che la democrazia ha per i paesi occidentali e come invece è avvenuto il processo di democratizzazione nel mondo; evidentemente non in parallelo con le libertà ottenute dai cittadini.
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Abstract
This thesis examines empirically on a global scale the relation between military expenditure and democracy. The objective of the investigation is to support the theory that democracies spend less in military, than dictatorships do. I created a database with data from 133 countries from 1988 to 2014, to examine the data I used the software Gretl. The majority of the previous papers on the determinants of military spending generally include democracy as a control variable and it is not the focus of their inquiry, just few of them investigate the relation deeply. Moreover, all the literature consider other years, no one is considering recent years as this thesis. Differently from the previous papers beyond the general information about the country: GDP per capita and population, I considered as control variables the political terror scale and the price of the Oil. It is a way to actualize this topic, since in the recent years the crude oil’s price has influenced the military spending. In order to support the thesis that democracies allocate fewer resources to the military I conducted an econometric analysis: a multiple linear regression model using the methods of ordinary least squares and fixed effects. I used separately two proxies of democracy, and I considered the military expenditures both as percentage of the GDP and expressed in Million USD. It finds that globally exists the relation between military spending and democracy, but this relation is significant just using Civil liberties as proxy of democracy. In order to have a deeper analysis, I created subsets by income level, world areas and belonging to organizations. Some subsets confirm the previous results, others reveal that the variables that influence military burden are different across countries.
The main result is that there is a negative relation between democracy and military expenditure, but it is significant just using Civil liberties as proxy of democracy. Civil liberties is a robust variable in explaining the allocation of resources in military.
In order to understand if the situation change consistently during the period I divided it in two parts. This show that the relation was more significant in the early years of the period.
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