Riassunto analitico
Dal 1° Gennaio 1993 l’abolizione dei dazi doganali e la realizzazione di un mercato unico tra i Paesi aderenti alla Comunità Europea hanno garantito la libera circolazione dei beni determinando dei cambiamenti anche in ambito fiscale. La realizzazione di operazioni svolte in contesti sempre più globalizzati come quello europeo, ha reso necessario semplificare e modernizzare il funzionamento dell’imposta sul valore aggiunto con una serie di interventi alla Direttiva 2006/112/CE, introducendo nuove regole riguardanti l’assolvimento degli obblighi di imposizione fiscale negli scambi con l’estero. Ciò ha generato anche il bisogno di rivedere le preesistenti definizioni di importazioni ed esportazioni, le quali venivano utilizzate in riferimento a qualsiasi scambio al di fuori del territorio dello Stato. Con il seguente elaborato si vuole esporre la disciplina dell’imposta in riferimento ai profili transnazionali con particolare attenzione ai casi di imponibilità e non imponibilità delle operazioni. L’intento è svolgere un’analisi puntuale della disciplina in materia Iva nei rapporti con l’estero sia a livello comunitario sia extra-Ue al fine di comprendere la normativa vigente attraverso i contributi della dottrina, il supporto della giurisprudenza della Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia Ue e della prassi rappresentata dalle circolari emesse dall’Agenzia delle Entrate sui temi oggetto di discussione. Partendo dall’analisi del presupposto della territorialità, conditio sine qua non per l’imponibilità, verranno analizzati gli interventi cosiddetti “quick fixes” nell’ambito degli scambi intracomunitari, introdotti a partire dal 1°Gennnaio 2020, riguardanti il codice identificativo Iva e l'iscrizione al Vies, gli accordi di “call-off stocks”, la prova della cessione nelle operazioni intra-Ue e le cessioni a catena. Verrà inoltre affrontato il problema della prova dell’avvenuta cessione all’esportazione, gli adempimenti formali e sostanziali da parte degli operatori economici, il beneficio della non imponibilità negli acquisti interni che il legislatore ha concesso agli esportatori abituali e il nuovo modello di dichiarazione d’intento, la ratio delle operazioni triangolari e alcune criticità connesse alla materia.
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