Riassunto analitico
La fibromialgia è una sindrome complessa e multifattoriale caratterizzata da dolore cronico diffuso e da una costellazione di manifestazioni somatiche e psicologiche, tra cui affaticamento, rigidità muscolare, disturbi del sonno, depressione, ansia, disturbi gastrointestinali e cognitivi. I criteri diagnostici sono stati recentemente aggiornati dall’American College of Rheumatology e, utilizzando questi criteri, la fibromialgia è ora riconosciuta come una delle condizioni di dolore cronico più comuni. Può verificarsi a qualsiasi età con una prevalenza del 2-8% nella popolazione adulta generale ed è più comune nelle donne che negli uomini, con un rapporto di 3:1. Nonostante i progressi nella comprensione dei meccanismi coinvolti, l’eziologia della fibromialgia è ancora sconosciuta e la fisiopatologia incerta. Ad oggi, la gestione ottimale della fibromialgia richiede una diagnosi tempestiva, insieme ad una valutazione completa del dolore, della funzione e del contesto psicosociale. Non è disponibile un trattamento efficace e gli esperti raccomandano la terapia non farmacologica come strategia di prima linea, con l’opzione farmacologica da scegliere solo in caso di mancanza di effetto. Tra le opzioni terapeutiche non farmacologiche, negli ultimi anni la nutrizione ha mostrato un crescente interesse in letteratura. La relazione tra fibromialgia e nutrizione è stata recentemente esaminata in modo approfondito. Le abitudini alimentari nei soggetti di sesso femminile con fibromialgia possono influenzare fondamentalmente il decorso clinico di questa malattia, sebbene sia difficile associare la fibromialgia con uno specifico squilibrio alimentare o un deterioramento del metabolismo. Numerosi articoli indicano i benefici di un’adeguata consulenza nutrizionale per i pazienti affetti da fibromialgia. Pertanto, dopo aver seguito una dieta ricca di nutrienti antiossidanti, è stato riportato un miglioramento clinico dei sintomi della fibromialgia. È stato quindi ipotizzato che una dieta prevalentemente a base vegetale come la dieta vegetariana e vegana fornisca alcuni effetti benefici per le malattie croniche, migliorando la gravità dei sintomi sofferti nella fibromialgia. È stata presa in considerazione anche una dieta priva di glutine, in quanto il glutine potrebbe essere un “fattore scatenante” infiammatorio anche nei soggetti senza ipersensibilità non celiaca al glutine e in quei soggetti geneticamente predisposti e nei quali sia presente un danno alla barriera intestinale, pertanto l’eliminazione del glutine dalla dieta potrebbe migliorare i sintomi della fibromialgia.
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