Riassunto analitico
Gli esperti di traduzione ed interpretazione, così come una larga maggioranza dei traduttori ed interpreti di professione, hanno a lungo supportato l'idea che un professionista debba tradurre preferibilmente verso la propria lingua madre, per evitare che la resa risulti inefficace o presenti errori che un madrelingua non commetterebbe. La maggior parte degli studi sulla traduzione e l'interpretazione, di conseguenza, prendono in esame questo tipo di interazioni. I dati raccolti per questa tesi partono da un presupposto differente: raccolti nell'ambito di un evento sportivo internazionale, le traduzioni sono state svolte da madrelingua italiani verso la loro L2, in questo caso l'inglese, inoltre non si tratta di interpreti professionisti, ma di studenti di lingue provenienti dall'Università di Modena e Reggio Emilia. È doveroso specificare che il livello di lingua degli interpreti presi in considerazione è un C2, stabilito in base al quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue, e che le traduzioni sono state svolte a titolo gratuito e volontario. Tramite i dati raccolti sarà possibile osservare l'approccio sfruttato da parlanti non nativi, inoltre, nel corso di questo scritto si prenderanno in esame diverse tipologie di traduzione, applicate ai dati in fase di analisi. Si andrà quindi ad analizzare quali sono le metodologie maggiormente sfruttate e quale impatto hanno sulla funzionalità della traduzione.
|
Abstract
Translation and interpreting experts and professionals have always looked down at marked translation, considering it inefficient. According to the literature, interpreters and translators must work towards their own native language to avoid mistakes and misunderstandings due to a lack of pragmatic knowledge of the target language. As a consequence, the majority of studies focus on this kind of interactions.
The data analysed in this thesis follow a different path: they were collected at an international sporting event and the translations were performed by Italian native speakers from their L1 into their L2, in this case English. The interpreters are students from Università di Modena e Reggio, therefore they are not professionals, but they have been recognised a C2 English level according to the Common European Framework of Reference for Languages. Their contribution to the event was voluntary. Analysing their translations will give us the possibility to categorise the solutions adopted by non-native interpreters, moreover different types of renditions are listed in this text and used to analyse the data collected at the event. We will have the possibility to observe what kind of solutions were adopted more often and how those choices affected communication.
|