Riassunto analitico
Una nuova tecnologia sta segnando un cambiamento epocale all’interno della cosiddetta “società dell’informazione”: l’intelligenza artificiale. I sistemi di IA hanno trovato terreno fertile in tutte le attività umane, comprese quelle che vengono svolte nel cotesto parlamentare. Lo studio mira all’approfondimento delle opportunità e dei rischi connessi all’impiego dei nuovi sistemi intelligenti in ambito normativo. A partire dall’excursus storico sulle tecnologie impiegate all’interno della sfera informativa, cognitiva e redazionale dell’informatica giuridica, passando per un focus sul fenomeno della crowdsourcing legislation, saranno comprensibili le radici profonde su cui si innesta l’attuale rivoluzione messa in atto dall’IA. Dopo aver spiegato quali sono i principi e i metodi su cui si basano i sistemi di intelligenza artificiale, si entra nel vivo dell’indagine attraverso la proposta di due percorsi paralleli, che portano alla definizione di due linee guida complementari e universalmente valide. Il primo percorso di ricerca, dedicato all’aspetto operativo dell’implementazione dell’IA in Parlamento, si imposta su una review della letteratura che ha per oggetto la classificazione di tutti i suoi ambiti applicativi. Il punto di arrivo dell’analisi delle fonti è rappresentato dal contributo più completo in assoluto: la ricerca “AI in Parliaments” condotta dalla Zeppelin University in collaborazione con l’Hellenic OCR Team, comprensiva di 210 proposte di applicazione dell’intelligenza artificiale. L’importanza del lavoro compiuto dalla Zeppelin University risiede nella possibilità di fornire ai Parlamenti validi strumenti per stabilire quali aree devono essere coperte per prime dai sistemi intelligenti e quali sono quelle di maggiore interesse. In questo modo i Paesi potranno costruire il loro programma pluriennale di adozione dell’IA immettendosi nel cammino virtuoso dell’innovazione. Riprendendo le categorie suggerite dal Centro per l’innovazione in Parlamento dell’IPU, si propone in seguito una ricerca sperimentale volta a stabilire il grado di ricorso all’IA per ciascuno Stato considerato al fine di costruire una classifica. Da una panoramica generale sull’impiego dell’IA nei Parlamenti a livello mondiale, ci si concentra sugli Stati che occupano le prime posizioni in graduatoria, ossia quelli che hanno avuto un punteggio più alto nelle aree coperte dalle AI-based. Con riferimento ai Paesi selezionati, segue un approfondimento in ottica comparata di quelle che sono attualmente le pratiche più innovative che si prestano ad essere imitate e rielaborate da tutti gli altri. Il secondo percorso è legato alla governance del processo di introduzione dell’IA e, dunque, all’individuazione dei principi etici necessari per definire piani strategici nazionali efficaci nel far fronte ai rischi che i sistemi pongono in tutti i settori. In particolar modo si approfondisce il tema della mancanza di neutralità e della minaccia che le decisioni algoritmiche possono rappresentare per il dibattito democratico e i diritti umani. Al termine di questo secondo percorso si intende presentare una guida etica per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei Parlamenti. Si apre, poi, la riflessione più ampia sulla crisi della democrazia rappresentativa e di come l’intelligenza artificiale ne possa rappresentare la causa (insieme ad altri fattori) e al tempo stesso il rimedio. Entrando nel cuore dell’attività parlamentare, ci si concentra sui disturbi di cui soffre la produzione normativa in Italia e la cura che i sistemi di intelligenza artificiale potrebbero essere in grado di fornire. Da ultimo, si propone un focus sul caso emblematico del progetto SAVIA per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.
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