Riassunto analitico
La tesi si concentra sulla scrittura drammaturgica e per il cinema dell'autore anglo-pakistano Hanif Kureishi, considerato uno dei maggiori esponenti della letteratura inglese contemporanea. L'analisi tenderà a mettere in luce la questione dell'identità e dell'ibridismo nelle seconde generazioni di immigrati provenienti dall'ex Impero britannico. L'opera di Kureishi si colloca, infatti, nel contesto della scrittura diasporica. Nato a Londra da padre pakistano e madre inglese, egli ha sperimentato in prima persona le discriminazioni, traendo, tuttavia, vantaggio dalla sua condizione e riuscendo a descrivere pregi e difetti delle società e culture occidentali e orientali. Il rapporto tra letteratura e migrazione, da sempre, è stato fondamentale nel consentire ai soggetti diasporici di esprimere il proprio punto di vista; l'aumento dei flussi migratori nella seconda metà del Novecento ha influenzato la cultura del paese, in quanto è emersa la necessità dei migranti di raccontare il trauma delle esperienze vissute. I principali protagonisti sono, infatti, individui che hanno lasciato il proprio paese d'origine in cerca di prospettive migliori, specialmente in Gran Bretagna, il paese che essi consideravano come madrepatria, dopo oltre due secoli di dominazione coloniale. Al loro arrivo, tuttavia, essi hanno dovuto scontrarsi con le differenze culturali, il senso di dislocamento e la scarsa accoglienza della comunità britannica. Anche i loro figli, nati nel paese ospitante e pertanto cittadini britannici a tutti gli effetti, hanno subito gli atteggiamenti razzisti dei loro connazionali e questo ha spesso causato in essi la sensazione di essere soggetti in-between, divisi tra il contesto occidentale in cui essi sono nati e cresciuti e le diverse tradizioni familiari, che risalgono, invece, al paese d'origine. Nel primo capitolo del presente elaborato viene fornito un inquadramento storico, politico e sociale del contesto che Hanif Kureishi ha ritratto nelle sue opere. Partendo dalle principali teorie relative al movimento diasporico, che si sono susseguite nel tempo, si ripercorre il rapporto tra il subcontinente indiano e la Gran Bretagna; infine, si riflette sulle principali politiche migratorie adottate dal Regno Unito a partire dal secondo dopoguerra fino alla fine degli anni Ottanta, politiche sempre più restrittive, in particolare nel periodo conservatore del Thatcherismo. Il secondo capitolo è dedicato a una breve introduzione del ruolo della letteratura nel favorire la libertà di espressione dei soggetti diasporici e a una riflessione sul compito dello scrittore migrante, in particolare nella letteratura Black British e Asian British; si passa, in seguito, alla ricostruzione della biografia di Hanif Kureishi attraverso l'analisi di alcuni saggi, racconti, romanzi e interviste, in cui egli in prima persona ha documentato le discriminazioni razziali, le tensioni sociali e culturali dell'epoca. Nel terzo capitolo, a partire da un focus sul teatro come mezzo espressivo delle minoranze, vengono esaminate tre opere teatrali fondamentali per discutere di ibridismo e relazioni intergenerazionali: Outskirts (1981), Borderline (1981) e Birds of Passage (1983). Il quarto capitolo è, invece, costituito da un approfondimento della sceneggiatura del film My Beautiful Laundrette (1985), diretto da Stephen Frears. Il film, ambientato nelle periferie londinesi durante il governo di Margaret Thatcher, è considerato un apripista per la discussione dei temi di omosessualità e razzismo nel contesto sociale dell'epoca.
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Abstract
This thesis focuses on the stage and film writing of the Anglo-Pakistani author Hanif Kureishi, considered one of the most important contemporary English writers. The analysis highlights the issues of identity and hybridity in second-generation immigrants from the former British Empire, situating Kureishi's work within the context of diasporic writing. Born in London to a Pakistani father and an English mother, he found a way, despite his own experience of discrimination, to take advantage of his condition to describe the virtues and vices of both Western and Eastern societies and cultures.
The relationship between literature and migration has always been fundamental in allowing diasporic subjects to express their point of view; increased migration flows in the second half of the 20th century had a significant influence on British culture, with the emergence of the need on the part of migrants to tell of the trauma they experienced. The main protagonists of the resulting works are individuals who left their country of origin to seek their fortune, especially in Britain, which they considered a sort of second homeland after more than two centuries of colonial domination. However, on arrival they had to face many cultural differences, displacement, and an unenthusiastic reception by the native British community. Their children, born in the host country and therefore British citizens to all intents and purposes, endured racist attitudes from their compatriots, giving them a growing feeling of in-betweenness, torn between the Western context in which they were born and raised and contrasting family traditions deriving from their homeland.
The first chapter of the present work provides a historical, political and social framework for the milieu depicted by Hanif Kureishi in his works. Starting from the main diaspora theories that have developed over time, the chapter also traces the relationship between the Indian subcontinent and Britain; finally, it deals with the main immigration policies adopted by the United Kingdom in the period from the end of the Second World War through to the end of the 1980s, which became increasingly restrictive, particularly during the conservative Thatcher years.
The second chapter provides a brief introduction to the role of literature in fostering freedom of speech in diasporic subjects and reflects on the task of the migrant writer, especially in Black British and Asian British literature; the biography of Hanif Kureishi is then reconstructed by analysing the essays, short stories, novels and interviews he uses to document his own experience of racial discrimination and the social and cultural tensions of the time.
The third chapter focuses on theatre as a means of expression for minorities, examining three plays seen as essential for discussing hybridity and intergenerational relations: Outskirts (1981), Borderline (1981) and Birds of Passage (1983).
The fourth chapter analyses Kureishi’s screenplay for the film My Beautiful Laundrette (1985), directed by Stephen Frears. Set in the suburbs of London under the Thatcher government, the film is considered ground-breaking in its discussion of important issues such as homosexuality and racism in the social context of the time.
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