Riassunto analitico
Tra i diversi tipi di crisi (bancarie, valutarie e di debito sovrano), le crisi bancarie debbono annoverarsi tra quelle più incisive in termini di perdita di prodotto aggregato. Le turbolenze del settore bancario e le conseguenti ripercussioni sull’economia reale hanno riportato prepotentemente al centro della scena l’analisi EWS (Early Warning Signal). Tra i diversi indicatori proposti, le dinamiche del credito sembrano poter meglio rappresentare e catturare gli sviluppi connessi alla costruzione di vulnerabilità nel sistema finanziario. Sfruttando i nuovi dati riveduti e corretti forniti dal BIS (Bank for International Settlements) vengono investigate pertanto due diverse accezioni del credito: il total credit, ossia il credito totale erogato al settore privato non finanziario e il bank credit, cioè il credito bancario (porzione del total credit) erogato da operatori a livello nazionale al medesimo settore. Entrambi gli indicatori sono rapportati al GDP e di questi viene considerato lo scostamento (gap) dal trend di lungo periodo. Si testano quindi le performance previsive del credit-to-GDP gap e del bank-to-GDP gap, attraverso l’utilizzo del metodo non parametrico, a cui è stata operata una piccola modifica-innovazione al fine di porre maggiore attenzione sul momento iniziale della crisi. L’analisi condotta su un totale di 33 paesi avanzati e in via di sviluppo, nel corso di un periodo di circa 40 anni (per la maggior parte dei paesi), mostra le bontà previsive di entrambi gli indicatori. Il campione utilizzato mostra come il credit-to-GDP gap sia da preferirsi al bank-to-GDP gap, sebbene non sia presente una chiara e schiacciante superiorità.
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