Riassunto analitico
Se le trasformazioni sociali della tarda modernità tendono a esasperare il senso di incertezza, sradicamento e individualismo, sussistono pratiche finalizzate a ricucire i legami sociali su scala locale. La progettazione urbana interiorizza il nuovo bisogno di comunità dando origine a soluzioni abitative che fanno leva su concetti come capitale sociale, attaccamento al quartiere, identità dei luoghi, partecipazione, senso civico. La casa diventa oggetto di studi, domanda sociale e intervento politico; in particolare è pensata sempre più come un nodo di relazioni “familiari” in una rete di relazioni socioculturali, economiche e politiche più ampie. La tesi si propone di esplorare le trasformazioni urbane dell’area Nord di Modena e di offrire un contributo al dibattito socio-antropologico sull’abitare attraverso l’etnografia di un progetto di housing sociale promosso da un ente del Terzo Settore di ispirazione cattolica attivo sul territorio. Il lavoro di ricerca è stato possibile grazie alla collaborazione con l’ente gestore. Il primo capitolo si concentra sull’area Nord dalla fine dell’Ottocento agli anni del miracolo economico, con la costruzione della ferrovia e il passaggio da un’economia prevalentemente agricola e manifatturiera a una di tipo industriale. Vengono esaminate le principali trasformazioni urbane dell’area e l’impatto che industrializzazione e urbanizzazione hanno avuto sul territorio e sulle vite dei suoi abitanti. Nel secondo capitolo si prendono in esame le trasformazioni socio-spaziali della stessa area a partire dagli anni Settanta. Sono decenni di importanti cambiamenti sul piano urbanistico, morfologico e socioeconomico, con la dismissione dei principali comparti industriali, il passaggio all’economia dei servizi, l’incremento dei flussi migratori e la progressiva trasformazione dei sistemi di welfare. Vengono evidenziate le principali criticità delle politiche di rigenerazione urbana che hanno fatto la “città” e come queste abbiano risposto alle necessità degli abitanti in maniera parziale e frammentata, rinforzando immaginari e stereotipi negativi sul luogo. Nel terzo capitolo si propone una lettura etnografica del progetto di housing sociale promosso da un ente di ispirazione cattolica attivo nel Quartiere 2. Attraverso le memorie di alcuni abitanti viene ripercorsa la storia dei condomìni, i significati attribuiti all’abitare dai diversi attori sociali e le loro pratiche relazionali. Si propongono inoltre alcune considerazioni sul ruolo dell’ente gestore e sulla relazione tra operatori e abitanti. L’obiettivo di questo lavoro è produrre una riflessione critica sull’abitare quale fatto sociale totale, capace di illuminare dinamiche di potere e soglie di disuguaglianza all'interno del campo urbano contemporaneo. La ricerca sottolinea l’importanza di riconoscere e valorizzare le pratiche di socialità, che possono fungere da antidoto alla vulnerabilità dei singoli; al contempo propone un’analisi critica delle retoriche comunitarie che hanno alimentato la progettazione urbanistica e sociale degli ultimi decenni. I risultati contribuiscono a una comprensione più sfumata delle complessità culturale dell’area nord modenese e delle relazioni tra abitanti, istituzioni e policy makers, offrendo alcuni spunti critici per un ripensamento delle politiche urbane e socio-abitative affinché possano rispondere realmente al bisogno di casa e alle aspirazioni degli abitanti della città contemporanea.
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Abstract
During the late modernity social transformations tend to exacerbate feelings of uncertainty, uprootedness, individualism. Practices directed at mending social ties on a local scale still persist. Urban design interiorizes this renewed need for community leading to housing solutions that leverage on concepts such as social capital, neighborhood attachment, place identity, participation, and civic engagement. The home becomes object of study, social demand, and political intervention; in particular, it is conceived as a hub of “family” relationships within a broader network of sociocultural, economic, and political connections.
This thesis aims at exploring the urban transformations of Modena's northern area, offering a contribution to the socio-anthropological debate on housing through the ethnography of a social housing project promoted by a Catholic-inspired Third Sector organization in the area. The fieldwork was possible thanks to a collaboration with the managing organization.
The first chapter focus is the aforementioned northern area, starting from the late 19th century to the years of the economic boom, examining the construction of the railway and the transition from a predominantly agricultural/manufacturing economy to an industrial one. It analyzes the main urban transformations in the area, and the impact that industrialization and urbanization have had on the territory and the lives of its inhabitants
The second chapter examines the socio-spatial transformations of the same area starting from the 1970s. These decades were marked by significant changes in urban planning, morphology, and socioeconomics, with the decommissioning of key industrial sectors, the shift to a service-based economy, the increasing migration flows, and the gradual transformation of welfare systems. It highlights the main critical aspects of urban regeneration policies that “made the city”, addressing residents’ needs in a partial and fragmented manner, reinforcing the area's negative stereotypes and imaginaries.
The third chapter provides an ethnographic analysis of the social housing project promoted by the Catholic-inspired organization active in District 2. By collecting and analyzing some residents' memories, the chapter retraces the history of Quartiere 2's apartment buildings, the meanings attributed to housing by various social actors and their relational practices. It also provides insights on the role of the managing organization and the relationships between operators and residents.
The objective of this work is to produce a critical reflection on housing as a whole Eliminareisocial fact, shedding the light on power dynamics and inequality thresholds in the contemporary urban field. The research emphasizes social practices that can serve as an antidote to individual vulnerability. At the same time it offers a critical analysis of the communal rhetoric that fueled urban and social planning in recent decades.
The results contribute to a more nuanced understanding of northern Modena cultural complexities and the relationships between residents, institutions and policymakers, offering critical insights for rethinking urban and housing policies so they can truly address the "need for a home" and the aspirations of contemporary city residents.
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