Riassunto analitico
In meno di dieci anni, Bitcoin è passato dall'essere una valuta virtuale di nicchia, apprezzata da appassionati di tecnologie innovative e da sostenitori di un’economia decentralizzata, a diventare oggetto di ampio dibattito pubblico. Oggi attira l’attenzione di regolatori, accademici e professionisti, mentre il mercato delle criptovalute ha visto una crescita vertiginosa, con una capitalizzazione che nessuno avrebbe potuto prevedere in fase di lancio. Si moltiplicano gli studi sulle applicazioni della tecnologia blockchain e sulle interazioni tra Bitcoin e l'economia tradizionale. Tuttavia, il quadro normativo rimane incerto: mentre gli scambi e gli investimenti in Bitcoin hanno portato innovazioni significative nel sistema finanziario, la regolamentazione giuridica non è ancora adeguatamente sviluppata. A livello legislativo, in Italia sono stati introdotti alcuni interventi specifici, come il Dlgs. n.90 del 2017, che ha esteso agli exchange di criptovalute gli obblighi antiriciclaggio e ha imposto l’iscrizione a un apposito registro per chi gestisce servizi legati alle criptovalute. A livello europeo, la Corte di Giustizia si è pronunciata in merito all’esenzione IVA per le operazioni con criptovalute, mentre il Tribunale di Verona ha riconosciuto l’applicabilità delle norme del Codice del Consumo riguardo la commercializzazione di servizi finanziari a distanza. La CONSOB ha affrontato la regolamentazione dell'offerta al pubblico di strumenti finanziari legati alle criptovalute. Nonostante questi interventi, tuttavia, le leggi e i regolamenti rimangono frammentati e poco uniformi a livello internazionale. Pochissimi ordinamenti hanno adottato una posizione chiara sulla natura giuridica di Bitcoin, sollevando interrogativi fondamentali: Bitcoin è una moneta? Un mezzo di pagamento? Un prodotto finanziario? La risposta a questi interrogativi è stata finora lenta, in parte per la paura di ostacolare un business altamente redditizio e un'innovazione che potrebbe ancora rivelare tutto il suo potenziale. Tuttavia, è chiaro che per riuscire a governare adeguatamente il fenomeno Bitcoin, è necessario definire la sua natura. Il primo obiettivo di questa ricerca è quindi indagare quale ruolo svolga Bitcoin nell’economia contemporanea, se principalmente come mezzo di pagamento o come strumento di investimento. Il secondo obiettivo è analizzare la capacità degli ordinamenti giuridici, in particolare quelli bancari e finanziari, di esercitare un qualche tipo di controllo sulle attività legate a Bitcoin. Sebbene finora la maggior parte degli Stati, eccetto alcune eccezioni come la Cina e la Corea del Nord, non abbia visto la necessità di vietare l’uso di criptovalute, la domanda resta: può un sistema economico regolamentato intervenire efficacemente senza compromettere l’innovazione? Molti dei contributi esaminati suggeriscono che Bitcoin, essendo una valuta decentralizzata, creata e scambiata senza intermediari, sfugge al controllo diretto delle autorità pubbliche. La sua politica monetaria, stabilita da un algoritmo, e la struttura che garantisce la privacy delle transazioni rendono difficile l’intervento normativo. Tuttavia, l’obiettivo di questa tesi è sostenere che l’ordinamento giuridico possiede strumenti e categorie idonei per un intervento pubblico che tuteli la legalità e l’equilibrio degli scambi economici, senza ostacolare l’innovazione che Bitcoin rappresenta. Un intervento che non soffochi il potenziale virtuoso di questa criptovaluta, ma che protegga al contempo gli utenti e l’economia complessiva.
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