Riassunto analitico
La terapia di emodialisi continua veno-venosa (CVVHD) con anticoagulazione loco-regionale in citrato-calcio rappresenta una soluzione clinica consolidata per garantire un'efficace anticoagulazione durante il trattamento di sostituzione renale continua (CRRT). Tuttavia, la necessità di ottimizzare il bilanciamento tra l'efficacia anticoagulante e il carico metabolico imposto dal citrato stesso rappresenta una sfida clinica significativa. Questo progetto si propone di esplorare l'efficacia di una riduzione progressiva della dose di citrato in condizioni di CVVHD, in concomitanza con l'applicazione di flussi ematici più elevati rispetto ai protocolli standard attuali, per mantenere una concentrazione di calcio libero post-filtro non sufficiente a garantire fenomeni coagulativi, riducendo al contempo il carico metabolico di citrato nel paziente. Inoltre, l'aumento dei flussi ematici è stato studiato con l'obiettivo di migliorare l'efficienza depurativa nella terapia di decapneizzazione, ottimizzando la rimozione di CO2 nei pazienti sottoposti a CRRT.
Tuttavia, è stato ipotizzato che l'aumento del flusso ematico al di sopra di un certo limite, con una concomitante riduzione della dose di citrato, possa consentire il mantenimento della concentrazione di calcio libero entro i limiti desiderati, evitando fenomeni coagulativi loco-regionali che potrebbero compromettere l'efficacia della terapia. Questo approccio potrebbe, inoltre, minimizzare il carico metabolico complessivo di citrato, mitigando il rischio di complicanze associate alla somministrazione prolungata di alte dosi di citrato.
Lo studio è stato condotto attraverso una serie di simulazioni di terapia HD, variando i flussi ematici e modulando progressivamente la dose di citrato. Le simulazioni mostrano che, aumentando il flusso sanguigno e riducendo progressivamente la dose di citrato, è possibile raggiungere una concentrazione di calcio libero post-filtro accettabile, permettendo un adeguato controllo del sistema e una personalizzazione efficace della terapia. Questa strategia consente di bilanciare l'efficacia anticoagulante con un minore carico metabolico di citrato, riducendo il rischio di complicanze metaboliche associate al trattamento prolungato.
In conclusione, il progetto suggerisce che un approccio modulare, che prevede la riduzione della dose di citrato in parallelo all'incremento del flusso ematico, potrebbe rappresentare un'ottimizzazione della terapia CRRT, garantendo sia l'efficacia anticoagulante sia la tollerabilità del trattamento per il paziente. Tuttavia, ulteriori studi clinici saranno necessari per confermare questi risultati e per definire con precisione i protocolli terapeutici ottimali in pazienti critici sottoposti a CRRT con citrato.
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