Riassunto analitico
Obiettivo della tesi è lo studio geomorfologico di dettaglio della frana verificatasi il 13 dicembre 2012 nei pressi della località di Sottrù (Comune di Badia, Provincia Autonoma di Bolzano) e delle aree limitrofe. Si tratta di una frana storica che nella recente attivazione ha portato alla distruzione di diverse abitazioni, interrotto alcune strade e quasi sbarrato il Rio Gadera. L’evento precedente è datato al 1821 ed è descritto in alcuni documenti storici dai quali è possibile osservare caratteristiche morfologiche simili a quelle dell’evento più recente. Durante l’estate 2014 è stato eseguito il rilevamento geomorfologico della frana con lo scopo di cartografarne in dettaglio i limiti, l’estensione e le morfologie, segnalare la presenza di settori particolarmente instabili e comprendere le caratteristiche idrologiche e idrogeologiche del versante. L’indagine è stata poi ampliata alle zone limitrofe per indagare il più ampio contesto geomorfologico ed idrogeologico al contorno. I rilievi di campagna sono stati affiancati da un esame delle fonti cartografiche, delle foto aeree e satellitari precedenti l’evento del 2012 e del recente modello LIDAR del terreno. É stata prodotta così una carta geomofologica di dettaglio della frana e delle aree limitrofe. Lo studio ha portato a riconoscere un movimento franoso complesso, con diversi settori di attivazione che hanno mostrato movimenti con caratteristiche di colata, scivolamento rotazionale e scivolamento traslativo. Interessante è il periodo di attivazione, inconsueto per la regione dolomitica dove i fenomeni franosi avvengono soprattutto nei periodi primaverile e autunnale. Per questo motivo è stata analizzata la serie di dati metereologici disponibili dalle stazioni presenti nel Comune di Badia, tracciando gli andamenti di temperatura e precipitazioni nelle settimane precedenti l’attivazione della frana. Tra le cause innescanti si ritiene sia importante considerare la rapida saturazione del till superficiale resa possibile dalle abbondanti precipitazioni di novembre-dicembre combinata con il repentino abbassamento delle temperature (sia minime che massime) che, nelle due settimane precedenti lìattivayione del fenomeno, sono rimaste costantemente al di sotto di 0°C. Questa combinazione potrebbe aver permesso la formazione di un acquifero confinato al di sotto dei primi centimetri di suolo congelato, generando, di conseguenza, un aumento delle pressioni interstiziali tale da permettere la mobilizzazione dapprima della porzione mediana della frana e, regressivamente, anche di quelle a monte. Le ipotesi che emergono da questo studio sono ottenute da considerazioni preliminari che andrebbero integrate con ulteriori dati geognostici e geofisici per comprendere in modo più completo le caratteristiche geologiche, geomeccaniche e idrogeologiche degli strati più profondi.
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