Riassunto analitico
Al giorno d'oggi, l'utilizzo delle parolacce nella vita quotidiana sta diventando un problema sempre più importante, per questo molti studiosi hanno condotto molti esperimenti in questo ambito. Nella mia tesi ho considerato le argomentazioni proposte, ad esempio, da Gianluca Giansante, autore del libro "Le parole sono importanti. I politici italiani alla prova della comunicazione" e da Vito Tartamella, autore del libro "Parolacce. Perchè le diciamo, che cosa significano e quali effetti hanno". Quest'ultimo afferma che le parolacce sono molto antiche, addirittura erano presenti nella Bibbia e nei geroglifici egizi. Per comprendere,invece, gli effetti nell'utlizzo di queste parole, attenzione è stata rivolta agli esperimenti condotti da Cavazza e Guidetti (2014), da Eric Rassin e Simone Van Der Heijden, da obert W. Rieber, Carl Wiedemann e Jeanette D' Amato (1979) e da Bostrom, Baseheart e Rossiter (1992). Dopo questa prima parte compilativa, ho esposto i risultati ottenuti da un esperimento in cui, tramite compilazione di un questionario online, è stato proposto ai partecipanti un discorso fittizio di un candidato politico latrettanto fittizio. Nell'analisi svolta sono state prese in considerazione due diverse variabili indipendenti riguardanti l'utilizzo di parolacce; la prima variabile riguarda tre diverse condizioni: una con dizione di controllo senza parolacce, una condizione con due parolacce e una condizione con quattro parolacce. La seconda variabile, invece, riguarda il messaggio trasmesso e prevede due diverse condizioni: quella in cui il messaggio è unico e quella in cui il messaggio è diviso in due parti. In questo modo abbiamo costruito un disegno sperimentale 3X2. Le variabili dipendenti considerate sono, invece, cinque: il giudizio di informalità del messaggio, l'intensità del messaggio, l'impressione sul candidato, l'intenzione di voto e la percezione di persuasività del messaggio.
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