Riassunto analitico
I profondi cambiamenti economici e culturali che hanno caratterizzato gli ultimi decenni hanno influenzato notevolmente il modo di “fare impresa” delle aziende. In particolare, i mutamenti nella concezione di ciò che è bene per l’azienda hanno fatto si che l’attenzione si spostasse su elementi intangibili in precedenza non considerati, ovvero la società, l’ambiente, l’eticità. Questi elementi sono diventati oggi cruciali per definire se un’impresa svolge la sua attività in modo “socialmente responsabile” rispettando a quanto indicato nel proprio codice etico o nella carta dei valori. La Responsabilità Sociale d’Impresa (definita anche con l’acronimo CSR – Corporate Social Responsibility) consiste nell’adottare comportamenti, strategie e sistemi di gestione in linea con le esigenze dell’ambiente che ospita l’attività d’impresa, con i valori che l’azienda segue e che sono sanciti nel proprio codice etico o nella carta dei valori, in linea con il rispetto della società e dei bisogni della collettività. È altrettanto importante, inoltre, il “come” comunicare tutto ciò, attraverso non solo i vecchi mezzi di comunicazione, ma nuovi strumenti. Uno tra questi, il più importante, è il Bilancio Sociale mediante il quale l’impresa attua il processo di accountability (rendicontazione) a tutti gli stakeholder (portatori di interesse) interessati alla vita aziendale mostrando loro quanto produce, cosa produce e come lo produce. Il presente lavoro nasce con l’obiettivo di indagare su quanto effettivamente sia diffuso il Bilancio Sociale tra le imprese e soprattutto nelle banche. Queste infatti costituiscono il campione oggetto di ricerca e si esaminano, nello specifico, quanto queste siano attente ai bisogni della collettività attraverso le proprie “erogazioni liberali”.
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