Riassunto analitico
Inquinamento, perdita di biodiversità e cambiamento climatico sono solo alcune delle conseguenze derivanti dal sistema economico lineare: continuare ad estrarre le risorse naturali per produrre prodotti, destinati successivamente a diventare rifiuti, non sarà ben presto più plausibile. Di fatto, anche le materie prime hanno un limite, nonostante l’uso che ne viene fatto sembrerebbe dire il contrario. Di fronte a questa verità, spetta alle imprese intraprendere un cambio di paradigma definitivo, adottando i principi e le pratiche alla base dell’economia circolare, modello rigenerativo nel quale il concetto di “rifiuto” non esiste, in quanto qualsiasi output può nuovamente tornare ad essere una risorsa per il sistema produttivo. Affinché ciò sia possibile, è necessario un quadro normativo chiaro a sostegno della circolarità e una maggiore consapevolezza sia da parte delle imprese, in merito al potenziale strategico che il sistema circolare può garantire al loro sviluppo economico sostenibile, sia da parte dei consumatori che, attraverso le proprie scelte d’acquisto e il corretto smaltimento dei rifiuti generati, possono fare la differenza e ridurre l’impatto ambientale. Tuttavia, l’affermazione di un nuovo modello economico implica anche un atteggiamento proattivo da parte delle imprese, le quali devono essere pronte a mettere in atto cambiamenti significativi, tra cui la ridefinizione e l’adozione di nuovi modelli di business: progettare i propri prodotti in maniera circolare, facendo in modo che siano riutilizzabili, rigenerabili e riciclabili durante tutte le fasi della loro evoluzione, oppure optando per materiali capaci di estendere la durata della loro vita, sono solo alcuni delle possibili soluzioni operative circolari. In effetti, l’innovazione strategica è per l’imprese uno strumento necessario per rimanere sostenibili e competitivi nel tempo e per fare in modo che il sistema economico circolare si adatti ai continui cambiamenti e alle nuove esigenze.
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