Riassunto analitico
Lo scopo di questo elaborato è studiare la relazione tra corruzione e crescita economica, intesa come variazione del PIL pro capite nel tempo, sulla base del metodo neoclassico.
La corruzione può essere perpetrata in molteplici modi e contesti, ma sarà qui intesa principalmente nelle sue manifestazioni nel settore pubblico. Dopo aver illustrato i principali modelli neoclassici per la determinazione della crescita economica, ossia Solow, con le sue variazioni, e Romer, si è analizzato il legame diretto tra le due variabili. A questo proposito, esistono due correnti di pensiero tra loro opposte: chi ritiene che la corruzione possa essere di beneficio al PIL e chi, al contrario, pensa che essa sia solo un ostacolo allo sviluppo economico. Tuttavia, la maggior parte delle teorie supporta la prima ipotesi oppure assume un effetto positivo di questo fenomeno solo se certe condizioni sono rispettate, per esempio nel caso in cui il Paese presenti una limitata libertà economica o istituzioni deboli.
Nella seconda parte della tesi si sono osservati gli effetti indiretti, ossia come la corruzione influenza i fattori che determinano lo sviluppo, che sono, secondo i modelli sopracitati, il capitale fisico e umano, la produttività, e la proprietà intellettuale. Le conseguenze sembrano essere dannose per tutti i parametri. Il capitale fisico aumenta, ma la sua qualità diminuisce, in quanto i governi corrotti si prodigano in opere dispendiose invece che concentrarsi sulla manutenzione e la preservazione dei servizi vigenti. La corruzione pare corrispondere a meno iscrizioni alle scuole secondarie, a un livello più basso di istruzione nel settore pubblico, e a un impatto negativo sulla sanità, riducendo quindi H. Infine, il fenomeno è correlato con un numero inferiore di brevetti riconosciuti e con una scarsa efficienza sia negli investimenti che nel lavoro.
Al fine di dimostrare i risultati teorici dell’indagine, nella tesi vengono introdotti due casi: il caso italiano e quello cinese. Sebbene entrambi i Paesi siano corrotti, la crescita economica della Cina non si è mai arrestata, al contrario di quella italiana, che è costantemente inferiore alla media europea. Una possibile spiegazione qui individuata è che il governo cinese si è concentrato sulla lotta contro le forme più nocive di corruzione, prediligendo solo quelle che sembrano poter incentivare la crescita, mentre quello italiano non ha offerto soluzioni efficienti al problema. Questo ha messo in evidenza quanto il ruolo del governo sia rilevante per contrastare la corruzione e che l’atteggiamento di quest’ultimo nei confronti di tale fenomeno può influenzare la crescita economica. Inoltre, questi due casi suggeriscono che potrebbe esistere una alternativa alla questione: trovare un equilibrio tra corruzione e crescita.
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Abstract
The purpose of this dissertation is to investigate the relationship between corruption and economic growth, which is hereby defined as GDP per capita over time, on the basis of the neoclassical approach. To carry out such analysis, both direct and indirect methods will be used; Despite the presence of a broad literature on this topic, theories can be divided into two main categories: those which support the sand-the-wheels hypothesis, meaning that bribery is thought to be harmful to society, and those which believe in the grease-the-wheels idea, which is based on the assumption that fraudulence can be beneficial to growth. In this regard, it has been found that, in most cases, corruption has a negative effect on the economy, as it can hinder FDI and reduce the overall investment in the economy; yet, some studies proved that it can be positive in those areas where institutions are weak, and freedom is limited.
In the second part of the thesis, transmission channels will be employed, namely the consequences of corruption on economic growth will be observed through third factors. These elements stem from Solow and Romer models and they consist of physical capital, human capital, productivity, and intellectual property. For all these variables, bribery seems to have negative effects. In particular, the accumulation of K increases, but its quality drops significantly, as the state prefers engaging in new monumental projects rather than performing maintenance. Corrupt governments seem to invest in economic rents and subtract funds from education and healthcare, affecting H. In addition, corruption is negatively associated with enrolment rates and often leads to the misallocation of talent. As to productivity, investments usually prove to be inefficient and fewer patents are issued in corrupt nations, overall reducing the levels of innovation.
In the last part of this work, the cases of Italy and China will be presented in an attempt to apply theoretical knowledge to empirical evidence. The two countries score high in corruption, but their situation is different: Italy did not manage to implement effective laws to fight the phenomenon, whereas the Chinese government acknowledged that fraudulence cannot be eradicated, and it might be best to tolerate only certain types of corruption. This leads to the conclusion that it may be possible to find a balance between bribery and growth, depending on how widespread the issue is, and which kind prevails.
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