Riassunto analitico
Questo elaborato nasce dall’esigenza della ditta C.M.S. S.p.A., di procedimentalizzare l’iter mediante il quale il fabbricante arriva ad applicare la Direttiva 2006/42/CE (Direttiva Macchine) e ad apporre la marcatura CE sul prodotto. La Direttiva risulta essere alle volte prolissa e dalla lettura poco intuitiva visti i continui rimandi tra una articolo e l’altro e dagli allegati agli articoli; inoltre gli allegati, cuore tecnico di ogni direttiva, mancano di specificità tecnica, rimandando ad altre direttive specifiche di prodotto e/o standard nazionali ed internazionali che garantiscano il rispetto dei Requisiti Essenziali di Sicurezza (R.E.S.). Pertanto si è elaborato uno strumento guida per il progettista, che lo conduca in maniera chiara verso tutti i punti salienti della Direttiva Macchine, fino alla Dichiarazione di Conformità CE e che gli permetta rapidamente di accedere al portale degli standard internazionali ISO, procedendo alla ricerca bibliografica di quelle norme utili alla realizzazione di un prodotto sicuro. Una volta consolidate le modalità operative per la “progettazione sicura”, è stato sviluppato lo stesso lavoro per la “progettazione ambientale”. Oggi, visto l’elevato grado di attenzione sui problemi ambientali da parte di tutti gli stakeholders, le imprese sono sempre più attente a raggiungere e a dimostrare livelli di attenzione per l’ambiente importanti, coerentemente con le proprie attività, con i propri prodotti e quindi con la propria politica aziendale. Nel caso della C.M.S. S.p.A., c’era una richiesta specifica di “autodichiarazione ambientale di prodotto”, rientrante nelle etichettature ambientali di prodotto della ISO 14020, Tipo II. Si è realizzato pertanto uno strumento guida, con riferimenti agli standard e alle direttive da valutare durante tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, secondo il modello di operatività dell’LCA (Life Cycle Assessment), normato dalla ISO 14040. All’interno di questa tesi vedremo quali sono le unità funzionali (U.F.), anche note come fasi del ciclo di vita, da analizzare e le procedure per valutare gli impatti ambientali, le opportunità di miglioramento e i punti forza della progettazione corrente, senza l’ausilio di software certificati, ma creando un proprio database da fonti accreditate. Il cuore tecnico di questo progetto di tesi sarà il capitolo 3: con l’obiettivo di consegnare in mano ai progettisti della C.M.S. S.p.A. un lavoro familiare a quella che è la loro quotidiana attività in azienda, è stato sviluppato un case study sulla compattatrice per rifiuti indifferenziati da ristorazione SuperLizzy 500, da loro realizzata. Il primo paragrafo affronta il risk assessment, elaborato secondo la matrice della UNI EN ISO 13849-1, descrivendone le modalità di valutazione dei “rischi ragionevolmente prevedibili”, con alcuni esempi concreti e come si è agito per rendere un rischio accettabile (rispetto R.E.S.), implementando gli appositi componenti di sicurezza. Nel secondo e terzo paragrafo viene affrontata la ricerca dei coefficienti per poter quantificare gli impatti, sottolineando con alcuni esempi di U.F. l’approccio critico del tecnico alla documentazione e ai criteri di cut-off, ossia di esclusione di un aspetto ambientale dall’analisi complessiva.
|