Riassunto analitico
Monumenti e documenti nascondono un sé un'unica verità? Attraverso un'analisi qualitativa dal punto di vista formale e degli obiettivi dei due documentari prodotti da Awer Films "If only I were that warrior" e "Stonebreakers" preceduta da una descrizione storico-metodologica del genere documentaristico e da un excursus storico dei casi in oggetto del monumento di Affile al Generale Graziani e della distruzione delle statue di Colombo durante le manifestazioni del Black Lives Matter si tenterà di proporre una soluzione a questo quesito .La risposta incontrata è senza dubbio negativa per diverse ragioni: innanzitutto perché essi vanno considerati molto di più di oggetti decorativi a sé stanti, alla stregua di espressioni di una memoria collettiva che non può assolutamente prescindere dall'intersezione delle diverse memorie individuali e in seconda istanza per la varietà di punti di vista anche all'interno di una stessa nazione. In quest'accezione tutto è public history, e molti fattori quali etnia, luogo di nascita e formazione culturale influenzano la creazione di un personale, secondo Halbwachs, luogo della memoria che acquisisce valore quando trova corrispondenza in altre persone anche dal diverso background. Un documentario poi può presentarsi solo in un'unica modalità a dispetto di una funzione prevalentemente didattica? Attraverso quest'analisi successiva ad una descrizione delle varie tipologie documentaristiche si scopre come anche la risposta a questa domanda sia negativa, in quanto in entrambi i documentari presi in esame si verificano dei cambi di modalità, fatti trasparire attraverso interviste, movimenti della macchina da presa e vari espedienti narrativi e fotografici. «Le guerre italiane degli anni Trenta e le discussioni attorno alla figura di Colombo nelle scuole dell’obbligo occupano solo una paginetta, occultando molti aspetti», sottolinea Valerio Ciriaci, regista dei due documentari presi in esame, evidenziando il processo di cancel culture esistente verso alcuni eventi storici e proponendo al contempo come fine principale del suo lavoro la volontà di riportare alla luce particolari oscuri inerenti i due avvenimenti, provando a creare un ponte tra passato e presente. I monumenti perciò servono solo a far ricordare un personaggio o un evento? Paradossalmente, essi compiono l’effetto contrario, cancellando ogni tessere del mosaico storico inerente un contesto, e sono solo i contromonumenti in tempi recenti ad aver portato ad una rimemorizzazione della storia, che possa fungere da volano per riflettere sul corso degli eventi, in un periodo segnato da variazioni delle certezze, dove più che mai si è chiamati a fare i conti con il proprio passato.
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