Riassunto analitico
La ricerca infermieristica in tutto il mondo si impegna in una rigorosa indagine scientifica che fornisce un significativo corpo di conoscenze, per far progredire la pratica infermieristica, modellare la politica sanitaria e avere un impatto sulla salute degli assistiti. La visione è guidata dal mandato della professione nei confronti della società per ottimizzare la salute e il benessere delle popolazioni (ICN, 1999; AACN, 2003). A livello Internazionale l’Infermiere di ricerca, ad oggi, non possiede una definizione standard (Hyland e Moloney, 2016) sebbene siano stati avviati da tempo progetti di delineazione di ruolo negli USA (NIH CC) che definiscano principalmente la figura del Clinical Research Nurse (CRN) come infermiere con un focus centrato sulla cura dei partecipanti alla ricerca e sull'implementazione dello studio nel contesto di erogazione delle cure, specializzati nella ricerca clinica. In Regno Unuito attraverso il FNF Whitehouse Report (2018) l’International Association of Clinical Research Nurses (IACRN) ha utilizzato i domini della ricerca clinica infermieristica come base di fornitura del quadro indipendentemente dal tipo di studio, ruolo o impostazione, al fine di descrivere i ruoli del CRN in modo più dettagliato. Nel mondo questa figura professionale è ben definita, in Italia ha iniziato ad affermarsi solo di recente e, di conseguenza, non è ancora riconosciuta a livello istituzionale nonostante il nuovo Codice Deontologico pubblicato da FNOPI nel 2019 riconosca il ruolo della ricerca in ambito infermieristico agli Articoli 9 e 10. L’obiettivo primario della linea di ricerca è quello di definire un modello organizzativo di ruolo di Infermiere di Ricerca potenzialmente applicabile nella realtà locale. Il disegno di studio utilizzato per il primo step è quello di survey a metodi misti esplanatorio sequenziale. Lo studio è quindi formato da due componenti: una parte quantitativa ed una parte qualitativa con lo scopo di identificare la frequenza e l’importanza percepita delle attività degli infermieri di ricerca attraverso il Clinical Trial Nurse Questionnaire (CTNQ) (Catania et al., 2008), esplorandone il vissuto e la percezione del ruolo oltre che le barriere percepite all’inserimento nel contesto italiano attraverso un’analisi fenomenologica. La figura dell’Infermiere di ricerca si sta così affermando nelle realtà ospedaliere italiane, nelle quali sembra guadagnare una positiva considerazione nonostante a livello normativo e professionale non abbia ancora una chiara definizione nella sua denominazione, competenze e attività. È auspicabile anche però l’avvio di strategie che diffondano la consapevolezza dell’importanza della figura dell’infermiere di Ricerca da parte degli altri operatori attivi nella ricerca così che aumenti il riconoscimento istituzionale del ruolo, oltre che la messa in atto di adeguati piani di formazione. Il rischio, in caso contrario, è di aumentare ulteriormente il burnout delle figure professionali già attive e di ampliare il gap professionale già segnalato con riferimento ad altre professioni attive nella ricerca clinica (Cagnazzo et al., 2019) e della professione stessa all’estero.
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Abstract
La ricerca infermieristica in tutto il mondo si impegna in una rigorosa indagine scientifica
che fornisce un significativo corpo di conoscenze, per far progredire la pratica
infermieristica, modellare la politica sanitaria e avere un impatto sulla salute degli assistiti.
La visione è guidata dal mandato della professione nei confronti della società per ottimizzare
la salute e il benessere delle popolazioni (ICN, 1999; AACN, 2003). A livello Internazionale
l’Infermiere di ricerca, ad oggi, non possiede una definizione standard (Hyland e Moloney,
2016) sebbene siano stati avviati da tempo progetti di delineazione di ruolo negli USA (NIH
CC) che definiscano principalmente la figura del Clinical Research Nurse (CRN) come
infermiere con un focus centrato sulla cura dei partecipanti alla ricerca e
sull'implementazione dello studio nel contesto di erogazione delle cure, specializzati nella
ricerca clinica. In Regno Unuito attraverso il FNF Whitehouse Report (2018) l’International
Association of Clinical Research Nurses (IACRN) ha utilizzato i domini della ricerca clinica
infermieristica come base di fornitura del quadro indipendentemente dal tipo di studio, ruolo
o impostazione, al fine di descrivere i ruoli del CRN in modo più dettagliato. Nel mondo
questa figura professionale è ben definita, in Italia ha iniziato ad affermarsi solo di recente
e, di conseguenza, non è ancora riconosciuta a livello istituzionale nonostante il nuovo
Codice Deontologico pubblicato da FNOPI nel 2019 riconosca il ruolo della ricerca in ambito
infermieristico agli Articoli 9 e 10.
L’obiettivo primario della linea di ricerca è quello di definire un modello organizzativo di ruolo
di Infermiere di Ricerca potenzialmente applicabile nella realtà locale. Il disegno di studio
utilizzato per il primo step è quello di survey a metodi misti esplanatorio sequenziale. Lo
studio è quindi formato da due componenti: una parte quantitativa ed una parte qualitativa
con lo scopo di identificare la frequenza e l’importanza percepita delle attività degli infermieri
di ricerca attraverso il Clinical Trial Nurse Questionnaire (CTNQ) (Catania et al., 2008),
esplorandone il vissuto e la percezione del ruolo oltre che le barriere percepite
all’inserimento nel contesto italiano attraverso un’analisi fenomenologica.
La figura dell’Infermiere di ricerca si sta così affermando nelle realtà ospedaliere italiane,
nelle quali sembra guadagnare una positiva considerazione nonostante a livello normativo
e professionale non abbia ancora una chiara definizione nella sua denominazione,
competenze e attività. È auspicabile anche però l’avvio di strategie che diffondano la
consapevolezza dell’importanza della figura dell’infermiere di Ricerca da parte degli altri
operatori attivi nella ricerca così che aumenti il riconoscimento istituzionale del ruolo, oltre
che la messa in atto di adeguati piani di formazione. Il rischio, in caso contrario, è di
aumentare ulteriormente il burnout delle figure professionali già attive e di ampliare il gap
professionale già segnalato con riferimento ad altre professioni attive nella ricerca clinica
(Cagnazzo et al., 2019) e della professione stessa all’estero.
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