Riassunto analitico
Siamo sempre stati abituati a vedere la successione come quel fenomeno collegato ai beni mobili e immobili, ai crediti o anche ai beni immateriali. Oggi ci troviamo di fronte ad una realtà diversa e più complessa che riguarda i beni digitali, un argomento tanto attuale ma allo stesso tempo quasi sconosciuto. Nella cosiddetta era digitale in cui ci troviamo, con tutte le tecnologie informatiche innovative che vanno sempre evolvendo, le lacune nell'ordinamento rendono problematica la trasmissione dei beni digitali post mortem. La domanda "che fine faranno i miei beni digitali dopo la mia morte?" è sempre più frequente soprattutto tra i giovani, la cosiddetta "Generazione Z". L'obiettivo di questo studio è quello di capire quali siano i beni digitali che compongono il patrimonio digitale e i modi di trasmissione di questo. Oggi, ci rendiamo conto di quanta tecnologia sia presente in ogni ambito della nostra vita quotidiana ed è molto probabile che i nostri figli erediteranno più beni digitali che beni materiali. Tutti noi compriamo tantissimi beni in formato digitale come i film, e-book, musica e siamo titolari di una serie di rapporti bancari che possono essere definiti digitali perché rispondono ad una logica matematica piuttosto che ad una logica fisica. I beni digitali come le foto e i video in formato digitale, gli account dei social network, le caselle di posta elettronica, le criptovalute etc., vanno a formare il nostro patrimonio digitale. Questi beni digitali sono distinti in beni a contenuto patrimoniale che sono suscettibili di una valutazione economica e a contenuto non patrimoniale che hanno un valore puramente affettivo e sentimentale. La trasmissione post mortem dei beni digitali agli eredi diventa problematica perché nella maggioranza dei casi questi sono protetti da credenziali di accesso conosciute soltanto dal titolare e che hanno una funzione protettiva ed identificativa. Altra problematica riscontrata nella successione degli internet account è la presenza di clausole nel contratto tra l'utente e il fornitore del servizio online che hanno lo scopo di tutela della riservatezza dei contenuti. La mancanza di strumenti giuridici specifici per disciplinare la materia porta il giurista a conformarsi e ad applicare la normativa già esistente che sarà oggetto di questo studio.
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