Riassunto analitico
L'istituto dell'esame incrociato rappresenta una delle più importanti novità all'interno del panorama processuale definito dal codice Vassalli del 1989 che, alla luce di quanto disposto dalla legge-delega 16 febbraio 1987, n. 81, ha introdotto un processo di carattere tendenzialmente accusatorio, generando alcune fondamentali conseguenze in campo probatorio, tra le quali il superamento di una modalità di escussione testimoniale indiretta a favore di un confronto dialettico immediato tra le parti. L'esame incrociato infatti, attraverso la particolare struttura trifase che lo caratterizza, tutela il principio del contraddittorio nella sua duplice veste oggettiva e soggettiva e permette anche di ricostruire efficacemente la vicenda oggetto di controversia, estrapolando informazioni utili dai dichiaranti e facendo emergere eventuali menzogne. L'elaborato si apre con un excursus sul processo penale adottato dagli ordinamenti di common law, poiché è lì che l'esame incrociato trova la propria origine, evidenziandone le peculiarità e ricercando la matrice del right to confrontation alla base dell'istituto in esame. Viene poi analizzato il processo penale italiano a partire dal codice Rocco per giungere al codice vigente, avendo cura di sottolineare i principi che hanno reso possibile l'attuazione dell'esame incrociato nell'ordinamento nazionale. In seguito vengono affrontate le diverse fasi che compongono l'esame incrociato testimoniale, focalizzando l'attenzione sulla disciplina, sulle caratteristiche e sulle funzioni di ciascuna di esse, senza dimenticare le questioni dibattute che sono sorte nel corso degli anni in seno alla dottrina ed alla giurisprudenza in merito ad alcuni aspetti dell'istituto in oggetto. Viene infine esaminata la figura della contestazione nell'esame testimoniale poiché anch'essa, insieme all'esame incrociato, ricopre un ruolo di fondamentale importanza nell'istruzione dibattimentale.
|