Riassunto analitico
Negli ultimi decenni si è assistito ad una profonda mutazione del mercato del lavoro sia dal punto di vista legislativo che strutturale, sociale ed economico.
Dai primi ’90 fino ad oggi la Flexicurity si è progressivamente imposta quale modello unico e imprescindibile di sviluppo e contrasto alla crisi economica che attanaglia l’Unione Europea.
Questa strategia è basata su un insieme di norme elastiche, accordi e modus operandi delle parti sociali orientate a garantire maggiore flessibilità ai datori di lavoro in base alle esigenze di mercato e, contemporaneamente, assicurare che tale flessibilità non si trasformi in precarietà per i lavoratori.
L’obiettivo strategico è, quindi, quello di promuovere e implementare un mercato del lavoro flessibile mantenendo al contempo un adeguato livello di protezione sociale, dove quest’ultima può e deve essere vista quale prerogativa di base da consolidare in maniera alternativa al classico e forse un po’ datato modello assistenziale tipico della prima repubblica italiana.
Le profonde mutazioni dei rapporti di classe hanno avviato rapidamente uno smantellamento dei classici legami di subalternità tra gli strati sociali, l’indeterminatezza e stabilità del lavoro non appaiono più come presupposti basilari cui fare riferimento nella gestione del mercato del lavoro.
L’elaborato è sviluppato in quattro capitoli:
Il primo descrive in modo analitico il concetto di Flexicurity, a partire dalla sua nascita, ripercorrendo un po’ quella che è la storia e il significato originale del termine.
Si cercherà quindi di rappresentare i diversi modelli di welfare sviluppatesi nell’UE dagli anni 90 in poi, analizzando anche il modo in cui sono gestite le concertazioni e le relazioni sindacali in generale.
Ci si soffermerà poi sui più importati accordi rilevanti in materia a livello comunitario, andando successivamente ad osservare e descrivere il gap esistente, come ad esempio in Italia, tra sicurezza sociale e flessibilità contrattuale.
Nel secondo capitolo si affronterà la questione della flessibilità, descrivendo le diverse accezioni del termine, introducendo le varie tipologie contrattuali vigenti nel nostro sistema e proseguendo con lo studio della sicurezza sociale, politiche passive e attive del lavoro perseguibili.
All’interno dello stesso capitolo saranno elencate le varie riforme del mercato del lavoro che si sono susseguite dagli anni novanta fino ad oggi, andando ad esaminare la situazione recente Italiana , approfondendo le problematiche relative alla mancata piena attuazione delle policy necessarie ad un reale e deciso sviluppo dell’occupazione e della sicurezza sociale.
Nel terzo e ultimo capitolo si proporranno, prendendo spunto da altre realtà europee, alcune misure volte a superare l’impasse nella quale tuttora ci troviamo in Italia, nonostante la parziale uscita dalla crisi economica.
Si parlerà di diritto alla sicurezza sociale, dando maggior importanza alla disciplina e introducendo il concetto di Welfare Society quale nuovo modello di regolazione generale dello stato sociale, attraverso anche l’implementazione di policies che mirano all’occupabilità, al valore alla persona, e nel complesso alla salvaguardia della tutela e garanzia della persona dentro e fuori il mercato del lavoro.
Gli ultimi tre paragrafi tratteranno nel dettaglio le misure specifiche proposte quali la formazione e aggiornamento continuo della forza lavoro, nuove forme di gestione delle relazioni sindacali con particolare riguardo alla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende ed a una legge sulla rappresentanza, infine l’introduzione del reddito minimo garantito.
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