Riassunto analitico
L’emergente fenomeno dell’antibiotico-resistenza (AMR) rappresenta oggi una delle principali minacce alla salute pubblica. L’importanza del fenomeno e la sua diffusione a livello mondiale hanno portato ad un aumento della ricerca di nuovi composti bioattivi con potenziali applicazioni farmaceutiche e dello sviluppo di nuove strategie antimicrobiche. Una parte significativa della ricerca di nuove sostanze antimicrobiche si concentra sullo studio delle comunità microbiche in grado di produrre piccoli peptidi che inibiscono la crescita di alcuni microorganismi patogeni d’interesse umano. Tra le specie batteriche che producono molecole antimicrobiche vi sono quelle del genere Bacillus, che include microorganismi bastoncellari sporigeni, aerobi stretti e anaerobi facoltativi. Grazie alla riconosciuta capacità di produrre sostanze antimicrobiche, enzimi e biopesticidi, alcune specie del genere Bacillus assumono notevole importanza nel settore sanitario, in ambito alimentare e in quello agronomico. In particolare, uno studio dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha posto la sua attenzione su un ceppo di Bacillus siamensis nominato CPAY1 e inizialmente isolato dalla cute umana, colonizzata transitoriamente. Da un’analisi dello spettro d’attività, il CFS di CPAY1 ha dimostrato di essere attivo verso diversi isolati clinici. Nel presente progetto si è dunque proceduto alla caratterizzazione del composto antimicrobiche presente nel CFS di CPAY1, sperimentando la resistenza ai succhi gastrici e intestinali e la sua attività nei confronti dei biofilm di 48 ore di Candida spp. (Candida albicans ATCC 10231, C. albicans IM56, C. albicans IM57, C. parapsilosis IM63 e C. parapsilosis IM64) e dei biofilm di 24 ore di alcuni ceppi batterici che rappresentano ad oggi un rischio comunitario (Staphylococcus aureus MRSA M1, H1; Enterococcus faecalis ATCC 29212, E. faecalis VRE A, B, C). È ben noto, infatti, l’importante ruolo del biofilm nella patogenesi di diverse malattie. Nei biofilm i batteri possono attuare molteplici strategie di sopravvivenza per eludere i sistemi di difesa dell’ospite e per resistere ai tradizionali trattamenti antimicrobici. Pertanto, valutare l’attività anti-biofilm di un composto rappresenta un prerequisito fondamentale per lo sviluppo di nuove strategie di difesa nei confronti di microorganismi patogeni. Analizzando l’attività anti-biofilm del CFS di CPAY1 è stato dimostrato come il composto bioattivo in esame sia non solo in grado di prevenire la crescita dei microorganismi precedentemente citati, ma anche di danneggiare il loro biofilm. Inoltre, seguendo il protocollo di simulazione gastrica e intestinale, è stata valutata la resistenza del composto ai fluidi gastrici e intestinali, per un’eventuale applicazione come probiotico.
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