Riassunto analitico
Il presente elaborato verte sulle linee di sviluppo della disciplina in ambito di tutela ambientale all’interno della materia del diritto internazionale dell’ambiente, affrontando i temi fondanti della materia, tanto quelli coincidenti con il diritto internazionale generale quanto quelli maggiormente specifici di tale settore. Ci si concentra sull’analisi di alcuni principi, in particolare il principio “chi inquina paga”. L’analisi prende in considerazione tanto gli aspetti preventivi della tutela ambientale, quanto quelli successivi, toccando i temi della responsabilità e della fase conseguente al verificarsi del danno ambientale appunto. Nello specifico, si affrontano temi introduttivi e generali ma necessari per la comprensione del prosieguo, quali innanzitutto il contributo a livello storico che le Conferenze delle Nazioni Unite di Stoccolma, Rio de Janeiro e Johannesburg hanno impresso al diritto internazionale dell’ambiente. Si analizzano dunque i prodotti e gli esiti normativi delle suddette Conferenze, e il progressivo ed inarrestabile coinvolgimento, grazie ad esse, di attori non statali quali tra gli altri le ONG e i soggetti privati. Si affronta inoltre la comparsa sulla scena del tema dello sviluppo sostenibile, il quale esprime la necessità di conciliare la tutela dell’ambiente con lo sviluppo economico e l’attenzione per la sfera sociale e i connessi Sustainable Development Goals. Ad una disamina sulle tipologie di fonti, base necessaria per la comprensione della disciplina del diritto internazionale dell’ambiente, segue l’analisi della diversificata composizione degli attori della scena internazionale, che non comprende solamente gli Stati ma lascia sempre più spazio ad attori non statali, progressivamente sempre più coinvolti nei fora internazionali in materia ambientale. Affrontando poi la questione della nozione di “ambiente”, si cerca di enucleare le caratteristiche specifiche del settore ambientale in quanto parte del diritto internazionale, evidenziando pregi e difetti della disciplina come attualmente configurata. Si opera poi un’analisi del principio “chi inquina paga” e delle modalità per la sua applicazione pratica attraverso misure giuridiche ed economiche, analizzando anche come esso viene disciplinato all’interno dell’ordinamento europeo. Si affrontano qui inoltre altri temi fondamentali in tema di inquinamento quali la progressiva evoluzione della sovranità degli Stati sulle proprie risorse naturali, plasmata dal divieto di inquinamento transfrontaliero e dal connesso dovere di prevenzione del danno, fino al dovere di cooperazione, la responsabilità comune ma differenziata e il tema della responsabilità connessa al danno ambientale, analizzando i vari aspetti concernenti quest’ultimo: danno da illecito internazionale, danno da fatto lecito, danno risarcibile, puro, interinale e irreparabile. Infine si prende in esame il contributo giurisprudenziale di giudici e arbitri nello sviluppo del diritto internazionale dell’ambiente. Si fa cenno alla gestione delle controversie, dalla nascita, al deferimento, fino ai metodi di soluzione delle stesse, giuridici e diplomatici, affrontando inoltre i meccanismi di non-compliance, peculiari di questo settore. Vengono poi analizzati quattro casi giuridici pacificamente di grande rilevanza, oltre che fortemente esemplificativi ed interessanti agli occhi della scrivente, dei quali l’ultimo sul tema del principio “chi inquina paga”, in un’ideale chiusura circolare dell’analisi del principio stesso: Caso relativo al progetto Gabčíkovo-Nagymaros, Caso Lago Lanoux, Caso della fonderia di Trail, Comune di Mesquer contro Total France SA e Total International Ltd. Per completezza in conclusione si fa cenno agli esiti della XXVI Conferenza delle Parti dell'UNFCCC tenutasi a Glasgow.
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