Riassunto analitico
L'elaborato si prefigge di esaminare le discriminazioni all'interno di un ordinamento, quello militare, il cui processo di democratizzazione non può considerarsi terminato. La peculiarità delle sue funzioni infatti, prevede necessariamente un bilanciamento ed un contemperamento tra i diversi interessi in campo, costituzionalmente tutelati. Da un lato, deve essere riconosciuto anche al personale militare un diritto all' uguaglianza, alle pari opportunità, alla salute, nonché un diritto ad una retribuzione sufficiente ed adeguata alla quantità ed alla qualità del lavoro prestato, solo per citarne alcuni. Dall'altro tuttavia, non deve essere compromesso il buon andamento dell'apparato, nonché la sua efficienza e coesione. Si procederà dunque attraverso un'analisi delle origini, dell'organizzazione e del peculiare sistema giudiziario, per giungere poi alla descrizione delle discriminazioni perpetrate ed all'esame delle tutele e delle politiche attive proposte a contrasto. Verrà utilizzata una prospettiva sovranazionale, dando rilievo, non solo a quanto previsto dal legislatore interno, ma ponendo particolare attenzione all'ordinamento francese ed alla giurisprudenza europea. Proprio grazie all'operato di quest'ultima infatti, si è giunti anche in Italia, a riconoscere al personale militare, il diritto a costituire associazioni sindacali. La sentenza n.120 del 2018 della Corte Costituzionale, che sancisce tale previsione, ha però lasciato dubbi in merito all'estensione di tale libertà, auspicando un repentino intervento del legislatore. L'elaborato si concluderà perciò, con delle considerazioni in merito alle criticità sollevate dalla dottrina e dagli operatori coinvolti, per ciò che concerne il disegno di legge Corda. Riproponendo poi la tematica, dell'erronea concezione di separazione dal mondo civile, perpetrata nell'ordinamento militare. Esso infatti è chiamato a riconoscere la nuova natura occupazionale dei membri delle Forze Armate, abbandonando quei rapporti di supremazia speciali, prima concessi, ma ad oggi profondamente in discussione, alla luce dei principi costituzionali
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