Riassunto analitico
L'acquifero del Monte Campastrino è situato nelle vicinanze del centro abitato di Cervarezza Terme, in provincia di Reggio Emilia, in prossimità delle pendici del monte Ventasso. Da oltre 50 anni viene sfruttato a scopo potabile, ma dei vari pozzi di captazione realizzati solo alcuni sono attualmente operativi. Questa situazione, unita agli alti costi per la realizzazione di nuovi pozzi e alla crescente domanda della preziosa risorsa idrica sotterranea, indirizza gli utenti verso un più razionale sfruttamento dell'acquifero, il quale richiede necessariamente una migliore caratterizzazione idrogeologica. E proprio ad una migliore comprensione del complesso acquifero del Monte Campastrino è rivolto questo studio che, attraverso vari approcci metodologici e strumenti d'analisi, ha lo scopo di sviluppare un modello sufficientemente preciso del sistema idrico sotterraneo contenuto nella arenarie del Petrignacola. Si tratta di un approccio mai tentato in questi termini e modalità, nonostante i numerosi studi che si sono succeduti nel tempo su questo acquifero, e, soprattutto, con gli attuali sistemi informatici che consentono analisi dei dati di grande precisione. Lo studio presentato si articola in 3 parti: • La prima prevede la ricerca in sito di nuove possibili sorgenti sfruttabili e la conseguente analisi chimica allo scopo di catalogarle in base al contenuto degli elementi "indicatori" Sodio e Cloro. • La seconda parte è rivolta alla valutazione dell'interazione tra la nuova perforazione S. Lucia e le perforazioni del gruppo Manutenzione. • La terza parte è indirizzata, invece, all'analisi dei dati (in particolare quelli ottenuti da 4 prove di pompaggio eseguite ad Aprile 2017), alla loro elaborazione attraverso AQTESolv, un software che, attraverso varie possibili soluzioni (nel nostro caso "Theis" e "Gringarten-Witherspoon w/vertical fracture") ci permette di ottenere i parametri di un acquifero partendo da diversi dati di ingresso, e, infine, alla realizzazione di 7 sezioni geologiche speditive che, insieme ai valori trovati, saranno fondamentali per lo sviluppo del futuro modello. Il lavoro svolto ha portato ai seguenti risultati: • dei 6 campioni d'acqua raccolti: 3 sono stati interpretati come derivanti da circuiti superficiali e 3 come acque profonde diluite dalla pioggia, in nessuno dei casi si tratta di risorse sfruttabili a scopo potabile. • dalle prove (pompaggio e chimiche) per i pozzi S. Lucia - gruppo Manutenzione non sembrano esserci interazioni, tuttavia i risultati potranno essere incorporati all'interno del modello finale. • è stata realizzata una tabella riassuntiva che raccoglie tutti i parametri ottenuti nelle varie prove, simulate con diversi dati di ingresso ed elaborate con AQTESolv, per poterli meglio confrontare tra loro, tenendo conto anche dell'errore (nel nostro caso è stato scelto l'RSS - Residual Sum of Squares - una misura della difformità tra i dati ed il modello scelto che stabilirà quanto attendibili sono i parametri calcolati. In conclusione, una solida (e corretta) base di dati è assolutamente fondamentale e importante tanto quanto il modello stesso. In quest'ottica, crediamo che questo studio abbia apportato un notevole contributo per la futura realizzazione del modello numerico previsto.
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