Riassunto analitico
Il seguente elaborato si pone l’obiettivo di comprendere la tecnica della spinta gentile e le sue principali applicazioni. La domanda di partenza si chiede se, questo intervento possa essere utilizzato anche nell’ambito della sostenibilità per portare a comportamenti individuali migliori per l’ambiente. Per trovare la risposta, si è partiti con un primo capitolo introduttivo in cui si è cercato di capire la natura del termine, dalla sua origine, entrando nel dettaglio nell’economia comportamentale che ha segnato la fine del pensiero neoclassico. Sottolineando i limiti cognitivi, ci si concentra sul reale agire umano, aprendo la strada al concetto di pungolo. Ci si è focalizzati sulle varie definizioni, descrivendo le sue caratteristiche; ma, per comprendere meglio la sua portata, si è spiegata la sua implementazione nella vita quotidiana. Si continua poi, parlando di architettura delle scelte e del ruolo del nudger di costruire interventi efficaci. Nel secondo capitolo si entra maggiormente nello specifico, addentrandosi nelle applicazioni della spinta gentile; dapprima, si discute sulla sua legittimità ragionando sul suo concetto fondativo, il paternalismo libertario. Dopodiché, ci si riallaccia all’ambito giuridico, soffermandosi sull’implementazione del pungolo come un vero e proprio strumento di regolamentazione, da abbinare alle politiche standard. Poi, ci si è inoltrati all’interno del dibattito che ruota attorno al termine, sempre per rimarcare la sua solidità, esaminando sia posizioni critiche che di sostegno, per arrivare ad una comprensione migliore del fenomeno. Avendo considerato il contesto pubblico, si è voluto mostrare l’utilizzo pratico del nudge anche qui, facendo degli esempi concreti di modelli governativi improntanti alle scienze comportamentali, considerando anche il caso europeo e quello italiano. Nel terzo capitolo, ci si addentra ancora di più nello specifico, cominciando con l’applicazione della tecnica anche nell’ambito privato; si è parlato di marketing, distinguendo le differenze con le pratiche di nudging, ma focalizzandosi sull’implementazione del pungolamento in questa disciplina. Questo, ha poi portato a considerare il contesto digitale in cui anche il nudge rientra e cambia, divenendo ancora più efficace. Successivamente, si è accennato al contesto etico in cui la spinta gentile rientra, soffermandosi sulle principali obiezioni, per comprendere meglio i limiti entro cui deve rientrare; queste sono le considerazioni che, un buon architetto delle scelte dovrebbe tenere presente, per costruire interventi efficaci, ma soprattutto accettabili dal punto di vista etico. Si apre infine, l’argomento finale dei green nudge, a partire dalla crisi ambientale in atto e del suo peggioramento; da qui, per spiegare la situazione e l’importanza delle tecniche di pungolamento, sono stati esaminati i comportamenti distorsivi umani, arrivando a definire i metodi nuovi dei green nudge. Si sono evidenziate le caratteristiche generali, entrando nella classificazione per tipologie, facendo anche degli esempi utili alla loro implementazione. Tutti questi ragionamenti hanno portato a rispondere in modo affermativo alla domanda iniziale, rimarcando l’importanza di questa tecnica anche in un ambito così delicato, riuscendo così ad introdurre il capitolo finale dell’elaborato. Lo scopo di quest’ultimo è discutere criticamente i dati ottenuti dal questionario somministrato ad un campione di persone, costruito utilizzando il pungolo green, per comprenderne la funzionalità dal punto di vista pratico e non solamente teorico. Infatti, in questo modo si cerca di rispondere ancora alla domanda iniziale, riflettendo sui comportamenti sostenibili dei soggetti e se, con la spinta gentile possono o meno essere migliorati.
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