Riassunto analitico
L’elaborato è incentrato su alcuni aspetti della criminalità minorile. La tesi si sviluppa su quattro capitoli aventi finalità diverse. Il primo capitolo intitolato “devianza minorile: aspetti generali” è divisibile in due parti. La prima parte del capitolo è un excursus di tutte quelle che sono state le principali teorie che si sono interessate alla devianza e alle sue cause. Si parte dalla scuola classica sino ad arrivare alla teoria dell’etichettamento. Il capitolo poi prosegue analizzando quelle che sono le cause della devianza minorile ma con l’attenzione rivolta al ruolo della famiglia e della scuola. Il secondo capitolo rubricato “forme di criminalità minorile” è un capitolo della tesi in cui si è cercato di analizzare quelle che possono essere le principali forme in cui si può plasmare il comportamento deviante del minore. Il capitolo prende le mosse dal bullismo, un fenomeno che connota sempre di più la condotta degli adolescenti specialmente nell’ambiente scolastico. Il bullismo negli ultimi anni si è poi evoluto in cyberbullismo o bullismo elettronico, la cui caratterizzazione è proprio l’utilizzazione dei mezzi elettronici per mettere in atto alcune tipologie di condotta delittuosa. Tale fenomeno ha poi trovato disciplina con la L. 71/2017 che innanzitutto ha definito con una certa precisione il cyberbullismo, nonché si è interessata di dettare alcune procedure volte all'eliminazione degli effetti dannosi di tali condotte. Conclusa la prima parte del capitolo dedicata al bullismo, l'elaborato si è incentrato su altre problematiche come quelle legate agli stupefacenti, in questo caso sono state analizzate due disposizioni del T.U. 309/1990 la prima relativa alla detenzione delle sostanze stupefacenti per uso personale, la seconda invece relativa allo spaccio di tali sostanze. Il capitolo prosegue analizzando un'altra condotta delittuosa, il reato di omicidio, che seppur poco frequente merita attenzione per ciò che concerne la pena dell'ergastolo che nel caso di imputato minorenne non può trovare applicazione, questo in seguito ad una sentenza n. 168/1994 della Corte di Costituzionale. Da ultimo il capitolo si sofferma sul fenomeno delle "baby gang" fenomeno in forte crescita che si concretizza essenzialmente in attività delittuose effettuate non più da un solo minore ma da un gruppo. Il terzo capitolo si incentra invece sugli aspetti processuali, campo in cui si annoverano delle peculiarità rispetto al rito ordinario. Infatti, il rito minorile trova specifica disciplina nel D.P.R. 448/1988 e solo in via sussidiaria troverà applicazione il codice di rito. Il capitolo si incentra sui principi che animano l'intero processo minorile, e non solo, in quanto si avrà modo di osservare come il minore non sia un soggetto nei cui confronti l'obiettivo essenziale sia quello della sua punizione ma anzi la pena deve avere finalità rieducativa avendo riguardo alla personalità del minore. Il quarto capitolo rubricato "immigrazione e criminalità minorile" prende avvio con l'enunciazione delle teorie che nel tempo si sono interessate allo studio della correlazione esistente fra l'immigrazione e la criminalità. Inoltre, si aprirà una parentesi anche qui processuale, evidenziando quelle che sono le problematiche che possono nascere, dovute alla presenza di un minore straniero nel processo, si vedrà anche uno dei diritti fondamentali del minore straniero in sede processuale ovvero il diritto all'assistenza linguistica.
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