Riassunto analitico
Introduzione L’idea di questa tesi nasce dalla mia forte passione per la montagna unita all’esperienza di tirocinio curriculare, che ho svolto presso Perspective Developing People LTD, società di consulenza di Bologna che mi sta accompagnando nell’ingresso nel mondo del lavoro e della formazione come Junior Trainer. Ogni intervento di formazione viene progettato sulla base di diverse teorie psicologiche, a seconda del tipo di bisogno evidenziato e del contesto aziendale in cui si inserisce: tra queste, una in particolare ha stimolato il mio interesse, ovvero l’Experiential Learning che, nonostante vanti ormai una certa anzianità, è ancora attuale ed anzi, può essere fonte di grande innovazione nell’ambito di cui ci si occuperà. All’interno di quella che è l’area di interesse della formazione esperienziale, ho scelto di focalizzarmi sullo sport, poiché durante la pratica di un’attività sportiva, il soggetto è portato ad uscire dalla propria zona di comfort e raggiungere obiettivi definiti, collaborare ed affrontare dinamiche legate al problem solving. Questi elementi, insieme, possono dar vita ad una serie di emozioni che rendono lo sport terreno fertile per l’acquisizione di nuove pratiche, competenze ed abilità altamente spendibili in determinati ambiti lavorativi. Nel descrivere le quattro fasi che ogni individuo attraversa nel momento in cui si presta ad apprendere dall’esperienza, David Kolb, uno dei maggiori teorici dell’Experiential Learning, sottolinea come “la modalità con cui le persone processano le proprie esperienze determini la qualità dell’apprendimento” (Rago, 2015, p. 38).
Ho quindi proceduto suddividendo il mio lavoro in tre diverse sezioni, dedicando il primo capitolo al quadro teorico di riferimento dell’apprendimento esperienziale, il secondo allo sport come metafora attivante nell’Experiential Learning ed infine il terzo alla progettazione di un possibile intervento di alpinismo in montagna per il gruppo di un’organizzazione, sotto la guida della mia tutor aziendale. In particolare, nel primo capitolo saranno analizzate quelle teorie che fungono da fondamenta per l’apprendimento esperienziale, ovvero le teorie comportamentiste, cognitiviste, costruttiviste e la teoria dell’apprendimento situato. Da queste è infatti nata, nella seconda metà del XX secolo, l’Experiential Learning, frutto del lavoro di diversi autori, tra cui John Dewey, Kurt Lewin e David Kolb: come si presenterà, si tratta di un tipo di apprendimento basato sull’esperienza cognitiva, emotiva o sensoriale.
Nel secondo capitolo verrà introdotto il tema dello sport, spesso utilizzato come metafora innovativa per facilitare lo sviluppo di competenze in gruppi di persone all’interno delle organizzazioni. Grazie ad alcune caratteristiche, tra cui il forte sistema valoriale e l’impatto emotivo che ha su chi lo pratica, lo sport può risultare particolarmente incisivo nell’esito della formazione. Il rugby, ad esempio, prevede che l’obiettivo, ovvero la meta, si raggiunga senza effettuare alcun passaggio in avanti: per questo motivo, al portatore di palla, viene continuamente offerto il sostegno dei compagni di squadra. Nello stesso sport, gioca un ruolo fondamentale il fairplay: le squadre antagoniste si affrontano nel massimo rispetto non solo delle regole, ma anche reciproco. Parallelamente, nel mondo delle organizzazioni, qualsiasi leader, per raggiungere gli obiettivi preposti e portare valore aggiunto all’azienda in cui opera, non deve gareggiare da solo, ma ha bisogno del contributo e del sostegno del proprio team; allo stesso modo, è fondamentale che sia garantita la competizione all’interno dell’azienda, ma che sia positiva e costruttiva.
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