Riassunto analitico
La libertà e la schiavitù pur essendo istituti ben distinti tra di loro, nel corso della storia spesso e volentieri procedono di pari passo. La schiavitù rappresenta la più grave violazione dei diritti umani dopo l’omicidio, ma è solo dal XVII sec che viene considerata una violazione dei diritti umani, poiché storicamente era considerata una necessità della società. Da tale data iniziamo ad avere in Europa le prime condanne contro la schiavitù, ci troviamo in un epoca in cui si sviluppa una consapevolezza della dignità umana che porterà alla tutela dei diritti umani: 1948 dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (art.4 “nessuno dev’essere tenuto in schiavitù/servitù, la schiavitù e il traffico degli schiavi dev’essere proibito in tutte le sue forme”). Le varie lotte e i documenti di condanna hanno portato all’abolizione della schiavitù. Oggi infatti non vi è alcun paese in cui la schiavitù sia legalmente riconosciuta, ma l’abolizione della schiavitù legale non ha significato l’effettiva abolizione della schiavitù, da questo momento si sviluppa la cd. schiavitù illegale. Tra i personaggi che hanno fatto emergere la problematica della schiavitù illegale ricordiamo Kevin Bales e Luigi Ferrajoli. Ma qual'è la differenza che c'è tra la schiavitù antica legale e quella contemporanea illegale? La schiavitù antica era basata su una motivazione d'ordine naturale che distingueva la persona libera dalla schiavo, collegato ad un concetto di proprietà tutelato dal diritto. La schiavitù contemporanea non è tutelata da alcun diritto, al contrario lo schiavo è trattenuto con la minaccia di violenze e spesso è tenuto in catene, ma nessuno sostiene di essere proprietario di quella persona. Altra differenza è che la schiavitù contemporanea non si basa sulle differenze razziali, si tratta solo ed esclusivamente di un affare, in cui ciò che conta è solo il profitto. Nonostante questa enorme differenza, in entrambi i casi si deve parlare di schiavitù, poiché assistiamo ad un totale controllo di un persona su un'altra a scopo di sfruttamento economico. Dare una definizione univoca di schiavitù è difficile e secondo alcuni disumano, dal momento che essendo la schiavitù un istituto assolutamente riprovevole non bisognerebbe nemmeno tentare di definirla, ma per combatterla occorre conoscere cosa la favorisce e cosa l’ha favorita in passato. La schiavitù oggi è molto diffusa e nelle più svariate forme, purtroppo quantificarla è difficile poiché si cerca di nasconderla, dal momento che si tratta di una pratica vietata. Oggi non è necessario utilizzare la coercizione fisica per sottoporre a schiavitù un soggetto, è sufficiente sottrargli i documenti per far si che cessi di esistere dal punto di vista giuridico. La nozione di schiavitù chiama sempre in causa il concetto di dignità umana, che va oltre le proclamazioni dei documenti ufficiali e delle dichiarazioni internazionali, la dignità umana dev’essere applicata nella realtà. Le misure legali che dovrebbero far rispettare il divieto di schiavitù sono spesso inefficaci, tant’è che oggi abbiamo il più grande numero di schiavi della storia del mondo, come ricorda Ferrajoli occorre spostare l'attenzione dal problema della schiavitù a quello della libertà personale, poiché solo garantendo agli uomini la libertà personale attraverso il diritto al lavoro, i diritti sociali, la libertà di circolazione, si può combattere la schiavitù.
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