Riassunto analitico
Dopo una breve analisi di quella che è stata l’evoluzione della normativa cosmetica in ambito comunitario, fino alla Direttiva 76/768/CEE, si prendono in considerazione le ragioni che hanno spinto a una riforma della stessa e che sono giunte a una definizione nel Regolamento 1223/2009/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, entrato in vigore nel 2013. In particolare si riportano gli studi effettuati dalla Commissione, preliminari alla proposta di legge, che tracciano gli obiettivi preposti e ipotizzano l’impatto delle novità in via di introduzione. Viene fatta poi una analisi economica della situazione del mercato europeo dei cosmetici come era prima della modifica normativa, paragonandolo anche ai quadri legislativi degli altri principali mercati mondiali. Le previsioni che si ricavano dagli studi della Commissione vengono messi a confronto con il dettato normativo definitivo e soprattutto con il fatto reale di quella che è stata l’evoluzione economica del mercato cosmetico a cavallo dell’introduzione del Regolamento. I dati economici sono confrontati sotto diverse prospettive: ambito (commercio / produzione), numero di imprese, dimensione delle imprese, ricavi, occupazione, importazioni, esportazioni, differenti beni. Inoltre vengono analizzati parallelamente il contesto complessivo dei 28 Paesi europei e il contesto italiano. A tal fine si utilizzano i dati economici derivanti dai database dei principali istituti di statistica per gli ambiti di interesse, ovvero Eurostat ed Istat, oltre che da associazioni di impresa.
Il nuovo Regolamento, tra i cui obiettivi troviamo: semplificazione, maggiore leggibilità, maggiore competitività economica, mantenimento e miglioramento dei livelli di sicurezza per il consumatore; sembra avere avuto un effetto positivo sul mercato in cui è andato ad operare. I benefici apportati non sono però uniformi, si differenziano infatti tra i differenti attori, geograficamente e dimensionalmente.
Nel dettaglio, la semplificazione e maggiore chiarezza della rinnovata legislazione sembrano avere ridotto le barriere all’ingresso per le nuove imprese di piccole o medie dimensioni, d’altro canto però queste realtà faticano a mantenere le proprie quote di mercato. Assistiamo infatti, nell’ambito industriale a una elevata presenza di piccole imprese, in numero stabile o crescente, i cui ricavi medi sono però in diminuzione, sottratti principalmente dalle imprese medio-grandi a livello italiano e grandi a livello europeo. Sebbene la tendenza delle grandi imprese ad acquisire maggiori porzioni di mercato sia un trend che si riscontra in tutto il settore manifatturiero nel suo complesso, questa risulta più marcata per il settore cosmetico, in particolare a partire dal 2013, anno di introduzione della normativa. Una situazione di concentrazione di imprese si è verificata in ambito commerciale, dove la crescita dei ricavi al dettaglio è stata accompagnata da una riduzione del numero di attività. Per le aziende europee ed italiane si può constatare comunque un consistente beneficio in termini di esportazioni verso gli altri grandi mercati mondiali con un incremento netto della bilancia commerciale.
Per il futuro si delinea la prospettiva di nuove sfide sul piano etico e ambientale. Sfide nelle quali l’Europa può mantenere un ruolo da protagonista, trasformandole in opportunità di crescita e in occasioni per riequilibrare la competitività delle piccole imprese.
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