Riassunto analitico
BACKGROUND E OBIETTIVO. Lo scompenso cardiaco è una patologia di rilievo globale. Colpisce più di 64 milioni di persone ed è la malattia cardiovascolare in più rapida crescita. Rappresenta una sindrome debilitante che causa frequenti ricoveri, un'elevata mortalità e una scarsa qualità di vita. L'efficacia degli approcci multidisciplinari nella gestione delle persone con insufficienza cardiaca è consolidata. D’altra parte, nella gestione della patologia si delinea una figura fondamentale come l’Advanced Practice Nurse (APN), riconosciuta in alcuni paesi ed emergente in altri, che grazie alle competenze acquisite, può contribuire ad arginare gli effetti dello scompenso cardiaco sui pazienti, in termini di mortalità, ricoveri ospedalieri e scarsa qualità di vita. Il potenziale beneficio di questa figura nell’ambito della gestione dello scompenso cardiaco è documentato da un numero scarso di fonti secondarie, la maggior parte delle quali non attuali. L’obiettivo di questo studio è quindi quello di eseguire un’update di una revisione sistematica. MATERIALI, METODI E RISULTATI. L’update della revisione sistematica ha incluso 28 articoli, dei quali: 8 appartenenti alla revisione sistematica di partenza e 20 restituiti dal processo di ricerca in tre banche dati: Pubmed, Scopus e Cinhal. Tutti gli studi, sperimentali e non, hanno come outcome almeno uno tra i seguenti tre: riospedalizzazione, mortalità e qualità di vita; in seguito gli articoli sono stati esaminati tramite checklist e strumenti per valutarne il reporting e il rischio di bias. La maggior parte degli studi dell’update ha evidenziato, nei pazienti con scompenso cardiaco, un effetto positivo dell’Advanced Practice Nursing riguardo ai tre outcome, e quando i risultati non sono stati totalmente positivi, si sono rivelati comunque incoraggianti e vantaggiosi per il paziente. CONCLUSIONI. La figura dell’infermiere di pratica avanzata che assiste il paziente con scompenso cardiaco, dalle fasi di stabilità alle acuzie, ha un effetto positivo nel ridurre le riospedalizzazioni, la mortalità e a migliorare la qualità di vita.
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