Riassunto analitico
Il panorama mediale vede una sempre più crescente contaminazione tra prodotti audiovisivi e non, con la conseguenza che è non più possibile scindere tali costrutti al fine di renderli dei complessi di significazione autonomi per strategie comunicative utilizzate. L’elaborato intende approfondire le dinamiche e la manifestazione dei testi audiovisivi all’interno della società mediatica post-moderna, con un focus sulla produzione pubblicitaria audiovisiva e, in particolare, la pubblicità audiovisiva autoriale. Nel primo capitolo si è voluto introdurre il lettore all’approccio semiotico-intepretativo con il quale si affronterà la successiva ricerca nonché la parte relativa alla cinematografia come mezzo sul quale si è sviluppata la pubblicità audiovisiva. Il secondo capitolo si concentra sull’autorialità come genere, prodotto audiovisivo, modalità di espressione e insieme degli stilemi che appartengono e sono propri della produzione dell’autore filmico. L’identità autoriale è mutata in concomitanza con il cambiamento che ha interessato (e interessa) i medium post-moderni, e con lei anche la visione dello spettatore fruitore dei contenuti. Sebbene la figura del regista sia ancora percepita come esclusivamente appartenente al mondo del grande schermo, prodotti audiovisivi come spot e videoclip sono diventati l’esempio di come l’autorialità si possa estendere anche ad altri campi della produzione audiovisiva, non solo quella cinematografica. Nel terzo capitolo sono stati analizzati semioticamente due spot autoriali, “Flora by Gucci” (2009) e “Miley Cyrus in Flora Fantasy" (2021), diretti rispettivamente da Chris Cunningham e Petra Collins subito dopo l’introduzione alla produzione filmica dei registi presi in esame. Le analisi sono state effettuate applicando, in prevalenza, la teoria esplicitata Bianchi (2005, 2020) e Peverini (2012). Lo scopo è quello di dimostrare che un artista identificato dall’opinione pubblica come regista di videoclip (music video) possa creare contenuti che si possano definire autoriali, capaci di associare alla firma del regista una serie di enunciazioni visive e sonore che si distinguono e sono proprie dell’autore di riferimento. Nel quarto ed ultimo capitolo, oltre all’elaborazione di ragionamenti critici riguardanti le analisi, e proposte per eventuali e successivi obiettivi di ricerca, si cercherà di dimostrare come possano esistere diverse tipologie di autorialità legata all’audiovisivo. Il focus, in questo caso, sarà rivolto - anche e soprattutto - agli stilemi autoriali che rendono gli spot propri della produzione dei registi, in quanto riconoscibili come testi pensati e fruiti come forma d’arte appartenente ad preciso insieme di espressività visivo-semantiche che definisce le identità autoriali in questione. Un ulteriore obiettivo del capitolo è quello di rispondere ad un quesito sorto ed esplicitato nei capitoli precedenti, ossia la possibilità di considerare lo spot pubblicitario come un videoclip e viceversa, se quest’ultimo è stato diretto da registi di videoclip e presenta caratteristiche associabili a quelle del music video come forma testuale.
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