Riassunto analitico
Il d.lgs. 25 maggio 2017, n. 75 recante “Modifiche e integrazioni al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ai sensi degli articoli 16 commi 1, lettera a), e 2, lettere b), c), d) ed e) e 17, comma 1, lettere a), c) e), f), g), h), l), m), n), o), q), r), s) e z, della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” è da ascriversi al novero dei decreti delegati a mezzo dei quali è stata data attuazione alla legge delega 7 agosto 2015, n. 124 (c.d. riforma “Madia”). In particolare, mediante il decreto de quo il Legislatore ha inteso dare attuazione alla delega al riordino della disciplina del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche conferita al Governo dall’art. 17 l. n. 124/2015 rubricato “Riordino della disciplina del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”. È possibile asseverare come detto decreto concorra ad implementare una terza stagione riformistica del pubblico impiego avviatasi nel 2009 che ha visto come direttrici tendenziali la rilegificazione e la ripubblicizzazione delle fonti di regolazione del rapporto di lavoro alle dipendenze della p.a. allo scopo di perseguire la qualità dell’azione della stessa intesa come risultante dell’efficienza, dell’efficacia e dell’economicità di tale agire. Il decreto in parola incide, inter alia, anche sulla disciplina del licenziamento nel pubblico impiego. Per quanto di nostro precipuo interesse si segnali, in limine, il fatto che tale decreto pone in essere un superamento della precedente disciplina rimediale avverso il licenziamento illegittimo, comune sia al pubblico impiego sia al settore privato, in favore di una disciplina speciale che trova la propria sedes materiae all’art. 63, commi 2 e 2-bis, d.lgs. 165/2001. La disciplina de qua cristallizza il principio della tutela “reale” superando l’annosa querelle dottrinale e giurisprudenziale circa l’applicabilità al pubblico impiego della l. 28 giugno 2012, n. 92 (c.d. riforma “Fornero”) e del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23 attuativo della legge 10 dicembre 2014, n, 183 (c.d. “Jobs Act”). A tal riguardo la miglior dottrina invoca autorevolmente un vero e proprio “processo inarrestabile di “deriva” legislativa del lavoro pubblico da quello privato” che si sostanzia nel progressivo, a a momenti surrettizio, superamento dei principi cc.dd. di privatizzazione e di contrattualizzazione del rapporto di lavoro alle dipendenze della p.a. sanciti expressis verbis dal c.d. “Testo Unico sul Pubblico Impiego” (d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165). In ragione di questo “declino della privatizzazione” il pubblico impiego appare oggi governato – quasi come avveniva sotto la vigenza del Testo Unico degli impiegati civili dello Stato (DPR 10 gennaio 1957, n. 3) – da principi suoi propri e in buona parte riservati alla fonte legale. La trattazione concerne inoltre il licenziamento disciplinare il quale è soggetto a una specifica procedura, ampiamente modificata dal decreto in analisi, la cui mancata attivazione o la cui violazione rende invalido il licenziamento stesso. Inoltre il d.lgs. n. 75/2017 (art. 15) ha incrementato le ipotesi di licenziamento disciplinare “per legge”, inserendo nell’elencazione di cui al comma 1 dell’art. 55-quater le lett. f-bis, f-ter, f-quater e f-quiquies. Nel quadro delle ipotesi “oggettive” di cessazione individuale del rapporto di lavoro un accenno verrà dedicato sia alla disciplina delle eccedenze collettive e del conseguente collocamento in disponibilità, pur nella sua sostanziale ineffettività, sia alla disciplina concernente il licenziamento per giustificato motivo oggettivo attinente alla persona del lavoratore che si traduce nel licenziamento per superamento del periodo di comporto in caso di malattia o infortunio ovvero nel licenziamento per sopravvenuta inidoneità psicofisica.
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Abstract
The legislative decree 25 May 2017, n. 75 bearing “Changes and additions to the legislative decree 30 March 2001, n. 165, pursuant to articles 16 paragraphs 1, letter a), and 2, letters b), c), d) and e) and 17, paragraph 1, letters a), c) e), f), g), h), l), m), n), o), q), r), s) and z, of the law 7 August 2015, n. 124, on the subject of reorganization of public administrations ”is to be ascribed to the list of delegated decrees through which the delegation law 7 August 2015, n. 124 (c.d. reform "Madia"). In particular, by means of the decree de quo, the Legislator intended to implement the delegation to reorganize the regulation of work employed by public administrations conferred on the Government by art. 17 l. n. 124/2015 entitled "Reorganization of labor regulations under the control of public administrations".
It is possible to assert as said decree contributes to implement a third reform of the public employment that started in 2009 which saw as tendential direction the bind and the re-publication of the sources of regulation of the employment relationship employed by the p.a. in order to pursue the quality of its action as a result of the efficiency, effectiveness and cost-effectiveness of such action.
The decree in question also affects, inter alia, the discipline of dismissal in the civil service. As far as our main interest is concerned, the fact that this decree establishes an overcoming of the previous remedial discipline against illegitimate dismissal, common both to the public employment and to the private sector, in favor of a special discipline that finds own sedes materiae in art. 63, paragraphs 2 and 2-bis, Legislative Decree 165/2001. The discipline of this nature crystallizes the principle of "real" protection by overcoming the age-old doctrinal and jurisprudential controversy about the applicability to the public employment of the l. June 28, 2012, n. 92 (c.d. “Fornero” reform) and of legislative decree 4 March 2015, n. 23 implementing the law 10 December 2014, n. 183 (c.d. "Jobs Act").
In this regard, the best doctrine authoritatively invokes a real "unstoppable process of" legislative "drift of public work from the private one" which is embodied in the progressive, at times surreptitious, overcoming of the principles cc.dd. of privatization and contracting of the employment relationship employed by the p.a. sanctioned expressis verbis from the c.d. "Consolidated Law on Public Employment" (Legislative Decree 30 March 2001, No. 165). Due to this "decline of privatization" the public employment appears to be governed today - almost as it happened under the Consolidated Text of the Civil Employees of the State (DPR 10 January 1957, n. 3) - by its own principles and mostly reserved to the legal source.
The discussion also concerns the disciplinary dismissal which is subject to a specific procedure, extensively modified by the decree under analysis, whose non-activation or violation renders the dismissal invalid. Furthermore the legislative decree n. 75/2017 (art. 15) has increased the hypothesis of disciplinary dismissal "by law", inserting in the list referred to in paragraph 1 of the art. 55-quater the lett. f-bis, f-ter, f-quater and f-quiquies.
Within the framework of the "objective" hypotheses of individual termination of the employment relationship a hint will be dedicated both to the discipline of collective surpluses and the consequent placement in availability, despite its substantial ineffectiveness, and to the discipline concerning the dismissal for justified objective reason pertaining to the person of the worker that results in dismissal for exceeding the period of the case in case of illness or accident or in dismissal for supervening psycho-physical unfitness.
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