Riassunto analitico
ABSTRACT Il mito di Lord Byron continua ad affascinare e ad avere grande importanza nel panorama letterario contemporaneo. Nella sua trilogia ispirata al poeta, il romanziere Benjamin Markovits ne analizza l’eclettica personalità: da dissoluto libertino, celebrità sprezzante e marito indifferente, a uomo tormentato dalle proprie insicurezze e fragilità. Per approfondire queste ed altre tematiche relative a Byron e collegate anche al mondo contemporaneo, l’autore esula dalle convenzioni letterarie proprie del postmodernismo e sfida continuamente le certezze del lettore intrecciando elementi reali e fittizi, confondendo l’arte con la vita. Il presente elaborato introduce ed analizza la trilogia di Benjamin Markovits (ritenuto da Granta uno dei 20 migliori romanzieri britannici nel 2013), dal punto di vista strutturale e tematico: dopo un approfondimento iniziale su biografia e bibliografia dell’autore, contesto letterario e presentazione delle tre opere in questione, il primo capitolo focalizza l’attenzione sulla particolare struttura delle stesse e sulle strategie narrative utilizzate da Markovits: cornice, metafinzione, differenza tra historical fiction e historiographic metafiction, intertestualità e citazione. Nel secondo capitolo si analizzano le differenze tra autobiografia, biografia e memoir ed il loro rapporto con la finzione narrativa all’interno della trilogia. Si procede, poi, all’analisi e al confronto delle identità dei vari personaggi, soffermandosi, in particolare, sulle figure del “doppio” e del “triangolo”. Il terzo capitolo mette in luce i lati oscuri delle identità, caratteristica condivisa da tutti i personaggi. Partendo da Lord Byron, definito “the darkest figure” a causa di inclinazioni e comportamenti sovversivi, particolare enfasi è data alla metafora del vampirismo, al tema della sessualità, e alle caratteristiche proprie dell’estetica gotica presenti nella trilogia. Nel quarto ed ultimo capitolo, infine, si esamina il “mito” di Lord Byron nella storia e nella letteratura e, più in particolare, in riferimento alla biofiction di Markovits e ai confronti impossibili con Annabella, Polidori, Peter Sullivan/Pattieson, e con l’immagine di se stesso in quanto celebrità. Il lavoro si conclude con la mia intervista all’autore avvenuta nella sua casa di Londra il 9 ottobre 2015: si approfondiscono alcuni importanti aspetti della trilogia dal suo personale punto di vista. Trattandosi di un’opera molto recente (2005-2011), il materiale critico sull’autore e sulle sue opere è estremamente limitato; di grande aiuto, invece, oltre all’intervista, è risultata l’analisi dei propri romanzi, operata da Benjamin Markovits nella cornice narrativa di Childish Loves: la citazione delle fonti utilizzate per la stesura si è rivelata utile per la selezione del materiale da esaminare, insieme alle opere di consultazione generale su Postmodernismo e metafiction.
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Abstract
ABSTRACT
The myth of Lord Byron continues to fascinate and to have great significance in the contemporary literary scene. In his trilogy about the poet’s life, Benjamin Markovits analyses his eclectic personality: dissolute libertine, contemptuous celebrity and absent husband, but also a man tormented by his own weakness and uncertainties. To gain deeper insights into Lord Byron and his relevance to the contemporary world, the author adopts a style that partly disregards the literary conventions of postmodernism and continuously challenges the certainties of the reader, confused by the interconnection of real and fictional elements, of art and life.
The aim of the present work is to introduce and analyse the trilogy of Benjamin Markovits (considered one of the 20 best young English novelist by Granta in 2013), from a structural and thematic point of view: after an introduction on the biography and bibliography of the author, the literary context and the three novels in question, the first chapter focuses the attention on the peculiar structure and narrative strategies used by Markovits: the framing device, metafiction, the difference between historical fiction and historiographic metafiction, intertextuality and quotation. The second chapter analyses the differences between autobiography, biography and memoir, and their relationship with narrative fiction inside the trilogy. Then, the different characters’ identities are compared, focusing on the figures of the “double” and the “triangle”. The third chapter highlights the dark side of identities, a characteristic which is shared by all the characters in the novels. Starting from Lord Byron, defined “the darkest figure” because of his inclinations and subversive behavior, special emphasis is given to the metaphor of vampirism, to the theme of sexuality and to the features of gothic esthetic present in the trilogy. Finally, the fourth and last chapter examines the “myth” of Lord Byron in history and literature and, more specifically, with reference to Markovits’ biofiction and the impossible comparisons with Annabella, Polidori, Peter Sullivan/Pattieson and the image of himself as a celebrity.
The study ends with my interview with the author, which took place in his house in London on the 9th of October 2015. The interview explores some important aspects of the trilogy from his own point of view.
Given that the three novels are very recent (2005-2011), the available material about the author and the critics is limited. Besides the interview, Markovits’ analysis of his own works, operated within the frame of Childish Loves, has been of great help: the quotation of the sources he used has proved to be very helpful in selecting the material to examine, along with the general consultation works about postmodernism and metafiction.
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