Riassunto analitico
Il panorama occupazionale ha vissuto di recente una transizione significativa, accelerata dalla pandemia COVID-19, verso il lavoro da remoto e i modelli ibridi. La tesi si concentra in particolare sul lavoro internazionale da remoto nel contesto dell'Unione Europea (UE), analizzando le complessità del quadro giuridico della mobilità del lavoro, in considerazione sia del diritto privato del lavoro dell'UE che dei regolamenti di sicurezza sociale. Lo stage presso Arletti&Partners ha svolto un ruolo importante nello sviluppo dello studio. La tesi individua alcune questioni che sono ancora oggetto di dibattito. Innanzitutto, evidenzia che la direttiva 96/71 riguarda principalmente i distacchi fisici temporanei e non è comunemente utilizzata per le situazioni internazionali di lavoro da remoto. Tuttavia, potrebbero esserci casi specifici in cui la direttiva 96/71 potrebbe essere rilevante. Al contrario, risulta determinante il Regolamento Roma I che si applica direttamente agli accordi internazionali di lavoro da remoto e specifica le relative norme di conflitto. La tesi illustra anche come l'Accordo quadro europeo sul telelavoro del 2002 è stato un promettente passo iniziale nella definizione di standard comuni, sebbene oggi sia considerato insufficiente. Tuttavia, combinando questi documenti e il modo in cui gli Stati membri li attuano, è possibile individuare alcune disposizioni di base per regolamentare i casi di lavoro internazionale da remoto. Per quanto riguarda la normativa in materia di sicurezza sociale, la tesi sottolinea il ruolo chiave svolto dall'UE nel coordinare e indicare la legislazione applicabile per il lavoro internazionale da remoto. Viene dimostrata la capacità dell'UE di offrire soluzioni adatte in questo campo, soprattutto grazie al lavoro svolto dalla Commissione amministrativa per il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale. In particolare, lo studio sottolinea come il Regolamento 883/2004 sia oggi pienamente applicato al lavoro internazionale da remoto ed evidenzia alcune questioni rilevanti relative al recente Accordo quadro in materia di sicurezza sociale. I dati indicano che il cambiamento a favore del lavoro da remoto e ibrido è destinato a diventare permanente in futuro. Di conseguenza, anche l'attuale quadro giuridico dell'UE deve trasformarsi in un insieme di norme più definitivo e stabile. Un controllo sistematico da parte delle istituzioni europee è fondamentale per questa evoluzione. Sebbene siano necessari ulteriori approfondimenti, la presente tesi fornisce una prima analisi delle disposizioni che regolano il lavoro internazionale da remoto all'interno del quadro giuridico della mobilità lavorativa dell'UE e dei potenziali sviluppi futuri.
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Abstract
The employment landscape has recently experienced a significant transition, accelerated by the COVID-19 pandemic, towards remote work and hybrid models. This thesis specifically focuses on international remote work in the context of the European Union (EU), analysing complexities in the labour mobility legal framework, in consideration of both EU private law of employment and Social Security regulations. The internship at Arletti&Partners has played an important role in the development of the study.
The thesis identifies some issues which are still a matter of debate. First of all, it highlights that Directive 96/71 primarily addresses temporary physical postings and is not commonly used for international remote work situations. However, there might be specific instances where Directive 96/71 could be relevant. In contrast, the Rome I Regulation directly applies to international remote work agreements, specifying the related conflict-of-law rules. The thesis also shows that the 2002 Framework Agreement on Telework was a promising initial step in establishing common standards, although it is now considered insufficient. Nevertheless, by combining these documents and the way Member States implement them, basic provisions for international remote work scenarios may be identified.
Regarding Social Security regulation, the thesis underlines the key role played by the EU in coordinating and indicating the appropriate applicable Social Security law for international remote work. It demonstrates the ability of the EU to offer adaptable solutions in this field, mainly thanks to the work carried out by the Administrative Commission for The Coordination of Social Security Systems. In particular, the study underlines how the Regulation 883/2004 is fully applied to international remote work nowadays and addresses some relevant issues concerning the recent Framework Agreement concerning Social Security.
Figures indicate that the change in favour of remote and hybrid work is likely to become permanent in the future. Consequently, the current EU legal framework also needs to transition into a more definitive and stable set of regulations. A systematic oversight conducted by EU institutions is crucial for this evolution. Although further analysis is required, this study provides initial insights into the provisions governing international remote work within the EU labour mobility legal framework and their potential future developments.
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