Riassunto analitico
In Italia, la pratica dell’assistenza alla gravidanza è tradizionalmente suddivisa tra l’ostetrica, che si prende cura della gravidanza fisiologica e il ginecologo che si occupa della gravidanza patologica. Per superare questa suddivisione, la regione Emilia Romagna nel 2015 ha introdotto nei suoi consultori un modello di cura basto sull’assegnazione di profili assistenziali. I profili assistenziali prevedono livelli di interventismo medico crescente e allargamento ad altre professionalità e discipline, in relazione ai bisogni di cura della donna, del nascituro e della gravidanza e la presenza della figura ostetrica è prevista anche nel livello di rischio più alto in quanto garante della fisiologia. Le ostetriche, grazie alla peculiarità della loro formazione ed esperienza, hanno la capacità di considerare la gravidanza, anche se è caratterizzata dalla presenza di patologia o fattori di rischio, come un fenomeno inserito in un ciclo fisiologico di evoluzione della donna. I dati delle ricerche rilevano che questa visione globale e salutogenica permette, anche alle gestanti con gravidanze a rischio, di poter vivere la loro esperienza in un contesto di normalità che le incentiva a cercare strategie efficaci per prendersi cura di sé stesse in senso fisico, emotivo e sociale. Nella pratica tuttavia, si osserva la persistenza della dicotomia tra gravidanza fisiologica e patologica, e un intervento quasi nullo dell’ostetrica in quest’ultimo tipo di gravidanze. Il progetto di miglioramento “Inserimento dell’ostetrica nell’assistenza alla gravidanza a rischio seguita dal consultorio”, si propone di introdurre la figura professionale ostetrica nel percorso della gravidanza a rischio con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’assistenza offerta. Il progetto ha trovato una sua naturale collocazione all’interno del PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) interaziendale della gravidanza a rischio, costruito da AUSL di Modena, Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena e Ospedale di Sassuolo S.p.A., per ridurre la frammentazione e l’inappropriatezza nel percorso assistenziale delle gravidanze affette da patologia. Per sviluppare tale progetto, si è reso necessario condurre ricerche bibliografiche riguardanti l’assistenza ostetrica in relazione ai bisogni di cura specifici derivanti dalle patologie che per rilevanza e gravità delle possibili conseguenze sulla gravidanza, rientrano nel PDTA interaziendale; ciò aveva lo scopo di fornire alle ostetriche destinatarie del progetto, strumenti basati su prove di efficacia utili ad offrire una assistenza di qualità elevata. Partendo dalla ideale ripartizione della gravidanza nei tre trimestri di gestazione e nel periodo post parto/puerperio e tenendo in considerazione il sistema in cui è strutturato il percorso nascita in consultorio, il progetto si articola secondo un calendario di 4/5 incontri tra la gestante e l’ostetrica. Sono stati individuati un obiettivo generale, appunto l’inserimento dell’ostetrica nell’assistenza alla gravidanza a rischio e obiettivi specifici per ciascun incontro previsto dal calendario, riferibili al momento della gravidanza e al fattore di rischio presente. Il progetto è stato pianificato nelle sue fasi e dettagli, rilevando anche le potenziali criticità, le risorse attivabili e le possibili soluzioni. Per una efficace attuazione del progetto è stata costruita una apposita formazione a distanza accessibile a tutti i professionisti destinatari del progetto stesso. Infine, sono stati individuati gli indicatori di monitoraggio e i sistemi di valutazione dei risultati per tutte e tre le parti coinvolte nel progetto: professionisti, utenti e organizzazione.
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